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sabato 22 gennaio 2011

I cattolici del PdL scrivono ai credenti italiani: “Non credete ai pettegolezzi su Silvio”

“Cari amici, in un momento tanto confuso e delicato per il nostro paese vorremmo evitare che la marea dei pettegolezzi che invade ogni giorno le pagine dei giornali finisca per oscurare il senso del nostro lavoro quotidiano per il bene comune. C’e’ il rischio di farsi tutti confondere o trascinare dall’onda nera, lasciandosi strumentalizzare da un moralismo interessato e intermittente, che emerge solo quando c’e’ di mezzo il presidente Berlusconi. Un moralismo che nulla ha a che fare con quella ‘imitatio Christi’ a cui la Chiesa ci invita, e che anzi non si fa scrupoli a brandire per fini politici, e in senso opposto a seconda delle convenienze di parte, l’idea della morale cristiana.
L’enorme scossone mediatico e politico di questi ultimi giorni non si comprende appieno se non come l’ultimo atto di un’offensiva giudiziaria iniziata con Tangentopoli: il tentativo di una piccola ma agguerrita minoranza di magistrati di interferire pesantemente negli assetti politici, per determinare nuovi equilibri che prescindano dal consenso popolare. Diciassette anni fa c’erano gli arresti spettacolari: politici e personaggi pubblici sfilavano in manette sotto telecamere impietose, e la carcerazione preventiva era lo strumento privilegiato di alcune procure. Ma quante di quelle accuse, urlate da certi magistrati con tanta sicurezza da sembrare indubitabili, si sono rivelate poi vere? Certamente sono stati riconosciuti dei colpevoli, anche se altri pur imputabili delle stesse responsabilita’ sono stati risparmiati e in alcuni casi nemmeno sfiorati dall’ombra del sospetto. Quel che e’ piu’ grave, pero’, in numerose occasioni processi condotti nelle aule dei tribunali sono giunti a ben altre conclusioni rispetto alle accuse iniziali.
Le tante assoluzioni che pure ne sono seguite, pero’, non potranno mai ripagare l’ingiustizia subita da chi vi si e’ trovato coinvolto, soprattutto da chi non ce l’ha fatta e si e’ tolto la vita. E intanto, il paese ha pagato e paga ancora oggi le conseguenze di indagini a senso unico che hanno azzerato il ceto politico moderato, rallentato e inibito la capacita’ decisionale delle pubbliche amministrazioni, indebolito la grande impresa italiana. Adesso la carcerazione preventiva e’ stata sostituita dalla gogna preventiva. Si butta nella pubblica piazza con una violenza inusitata la presunta vita privata delle persone (presunta perche’ contenuti frammentari di intercettazioni e commenti di persone terze non offrono alcuna garanzia di veridicita’), e la si chiama ‘trasparenza’.
Abbiamo bisogno di giustizia, una giustizia che sia pero’ veramente giusta, che segua regole certe, assicuri l’inviolabilita’ dei diritti di tutti i cittadini compreso chi si trova ad essere oggetto di accuse, e offra le garanzie necessarie, a partire dall’imparzialita’ del giudice e dal rispetto del segreto istruttorio. Una giustizia nella quale i magistrati formulino ipotesi di reato e non si occupino di costruire operazioni finalizzate ad emettere sentenze di ordine morale. Chiediamo a tutti di aspettare, di sospendere il giudizio, di non farsi trascinare nella facile trappola del processo mediatico e sommario al Presidente del Consiglio, e chiediamo che si rispetti una vera presunzione di innocenza nei suoi confronti, finche’ il percorso di accertamento dei fatti sara’ completato. Ve lo chiediamo non solo perche’ e’ un elementare principio di civilta’ giuridica, ma anche perche’ noi all’immagine abietta del Presidente Berlusconi cosi’ come dipinta da tanti giornali non crediamo.
Noi conosciamo un altro Berlusconi, conosciamo il Presidente con cui abbiamo lavorato in questi anni, e che ci ha dato la possibilita’ di portare avanti battaglie difficili e controcorrente, condividendole con noi. Siamo certi che il tempo ci dara’ ragione: ma e’ di quel tempo che adesso c’e’ bisogno. Sarebbe assurdo e deleterio per il futuro dell’Italia consentire che, nell’attesa di un esito incerto della vicenda giudiziaria si producesse il danno certo di un cambiamento politico nel segno della conservazione sociale, della recessione economica e del relativismo etico come conseguenza di indagini asimmetriche che colpiscono alcuni risparmiando altri. Cio’ che non intendiamo invece tenere in sospeso e’ la responsabilita’ di noi, credenti e non credenti, impegnati convintamente nel Popolo della Liberta’. Non abbiamo alcuna intenzione di interrompere il lavoro politico e legislativo che ci vede dediti alla costruzione del bene comune, dalla difesa della famiglia alla liberta’ di educazione, dalle leggi in difesa della vita alla attuazione concreta del principio di sussidiarieta’.
Aspettiamo che la polvere e il fango si depositino, diamo tempo alla verita’ e alla giustizia’.”

1 commento:

Let's dance Gioia del Colle Via Noci 1 ha detto...

Condivido pienamente...senza se e senza ma! Finalmente un po' di verità comincia a farsi strada!