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della sede di Gioia del Colle

martedì 30 novembre 2010

Gioia ancora prima tra i Comuni della provincia per la raccolta differenziata

Riceviamo e pubblichiamo il Comunicato Stampa della SPES

IL COMUNE DI GIOIA CON IL 30,2% RIMANE IL PRIMO PER LA RACCOLTA DIFFERENZIATA NELLA PROVINCIA DI BARI

Dai dati pubblicati in data 29-11-2010 da Legambiente Puglia risulta che anche per il 2009 il Comune di Gioia del Colle si conferma con il 30,2% di raccolta differenziata in una posizione leader tra i Comuni Ricicloni, con il primo posto in assoluto a livello regionale tra quelli con più di 25.000 abitanti, il secondo sempre a livello regionale tra quelli con più di 20.000 abitanti e ancora con il primo posto in assoluto tra i Comuni baresi.

In aggiunta si registra anche un trend in crescita del 4% , dato che assume una valenza ancora più rilevante nella prospettiva aperta dall’approvazione del progetto di insediamento in SPES di un CCR (Centro Comunale di Raccolta), che è destinato ad incrementare ulteriormente le percentuali di differenziata.

Il Responsabile della Comunicazione

Prof. Vito Buttiglione

lunedì 29 novembre 2010

CICCHITTO: Le rivelazioni di Wikileaks sono una debacle pe la diplomazia americana

"Il discorso di Wikileaks va per molti aspetti rovesciato. Il problema non sono tanto i giudizi dei funzionari delle ambasciate americane su personaggi e situazioni, basati su informazioni spesso opinabili e del tutto superficiali. Il problema autentico e’ costituito dalla debacle a cui e’ andata incontro la struttura diplomatica statunitense che e’ stata bucata e per molti aspetti beffata".

Lo ha affermato il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto. "E’ ancora da capire se cio’ e’ stato determinato dall’intervento di strutture significative interne o esterne alla amministrazione americana. L’episodio e’ molto preoccupante per la funzione decisiva che gli Stati Uniti esercitano ai fini della stabilita’ mondiale e della lotta al terrorismo. In questo quadro ci sembra evidente che i giudizi espressi su Berlusconi da una funzionaria dell’ambasciata sono tratti pari pari da alcuni giornali italiani nel quadro di un circuito in cui la comunicazione mediatica contro Berlusconi viene riciclata anche all’interno dei canali informativi dell’ambasciata.

Ad essere sottoposto a questo trattamento non e’ solo Berlusconi, ma molti leader mondiali e tutto cio’ si risolve in quello che giustamente il ministro degli esteri Frattini definisce essere una sorta di 11 settembre della diplomazia. In ogni caso e’ evidente che Berlusconi paga anche aspetti di autonomia della sua politica estera sviluppata sempre nel quadro dell’alleanza occidentale. Infatti Berlusconi ha perseguito la politica dell’Italia nel Mediterraneo fondata sulla solidarieta’ con Israele e sull’amicizia con il maggior numero possibile di Paesi arabi, fra cui la Libia che puo’ svolgere un ruolo essenziale sul terreno del controllo dell’immigrazione. Berlusconi ha anche svolto un’azione politica di rapporti con la Russia che e’ essenziale sia per la sicurezza e la lotta al terrorismo sia per l’equilibrio nella utilizzazione delle fonti energie. Tutto cio’ puo’ provocare contrasti d’interesse ma l’Italia ha sempre svolto un ruolo autonomo anche sul piano energetico. L’impegno costruttivo per il futuro deve essere quello di superare con senso di responsabilita’ gli effetti devastanti di questa operazione sul terreno di quella solidarieta’ occidentale che deve rimanere ferma malgrado questi errori".

CICCHITTO: Da Wikileaks terrorismo mediatico che a volte e' piu' efficace di quello tradizionale

"E’ evidente che esiste un terrorismo mediatico che per certi aspetti puo’ essere molto piu efficace di quello tradizionale. In Italia questo tipo moderno e sofisticato di terrorismo e’ ormai in atto da qualche tempo ed ha accentuato la sua aggressivita’ in questo periodo".

Lo ha affermato Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera, in merito al caso Wikileaks. "Se risultasse vera la fuga di documenti riservati di qualita’ significativa e di quantita’ molto rilevante cio’ metterebbe in evidenza che il sistema americano preso nel suo complesso rivelerebbe incredibili elementi di crisi, addirittura inquietanti visto che si tratta della potenza leader dell’Occidente che svolge un ruolo decisivo nell’equilibrio mondiale sia dal punto vista economico finanziario sia da quello della lotta al terrorismo. In ogni caso, e’ ormai evidente che la stessa nozione di terrorismo viene ad avere una accezione molto piu’ vasta di quella tradizionale".


Sull'argomento pubblichiamo l'articolo del Giornale di oggi

Wikileaks, ora la diplomazia si fa gossip. Berlusconi? Feste e poche ore di sonno

Di certo in privato sono tutto fuorché diplomatici. Portinaie piuttosto con tutto il rispetto per la categoria. Pettegoli con la feluca. Sembrano chiacchiere da Grande fratello, quelle a cui si abbandonano gli stimati rappresentanti della negoziazione internazionale, gli uomini a cui il mondo ha consegnato la propria salvezza, cazzeggi da bar sport. Silvio Berlusconi, infatti, ci ride sopra. Ha appena saputo che cosa c’è nei documenti rivelati da Wikileaks. Le dice Elisabeth Dibble incaricata d’affari americana a Roma. Lei dice di aver capito perché il premier è «fisicamente e politicamente debole» oltre che «incapace, vanitoso e inefficace come moderno leader europeo». Perché? Per «le frequenti lunghe nottate e l’inclinazione ai party significano che non si riposa a sufficienza». Poi quel giudizio apparso in anteprima sul quotidiano spagnolo El Pais: «Sembra il portavoce europeo di Putin». In nottata un’altra anticipazione, questa del tedesco Der Spiegel: «Hillary Clinton si informò sugli affari tra il premier italiano e quello russo».
Tra diplomatici si parla come amiche davanti al té, evidentemente. Prendi quello che buttano lì su Gheddafi, che pure per come va in giro vestito un po’ se la cerca. Lo trattano come un’Alba Parietti qualsiasi: «Usa il botulino ed è un vero ipocondriaco: fa filmare tutti i suoi controlli medici per analizzarli dopo con i suoi dottori». E poi: «Ha paura di volare sull’acqua, e i suoi viaggi intercontinentali scatenano il panico tra i suoi collaboratori. Al massimo può volare per 8 ore, poi deve atterrare». Cavoli, a noi di certo non è mai capitato di avere paure simili quando prendiamo l’aereo. Ma fosse solo quello. Si insinua, si vocifera, si allude. Manco fossero le tre parche del gossip americano Hedda Hopper, Louella Parsons ed Elsa Maxwell. Sussurrano: il colonnello si sposta di rado senza la sua «infermiera ucraina», Galyna Kolotnytska, una «voluttuosa bionda», o «voluptous blonde, l’unica capace di tenere i suoi ritmi, l’unica di cui il colonnello, che non sopporta neanche i piani alti dei palazzi, si fida ciecamente, l’unica da cui si fa raggiungere in qualunque angolo di mondo con un volo privato se non addirittura privee. Le carte, ipocrite come solo un diplomatico sa essere, però tranquillizzano: «Tuttavia non c’è certezza che i due abbiano una relazione romantica». Lingue biforcute.
E vuoi che non ce ne sia anche per il premier russo Putin? Uno dei cablogrammi del Dipartimento di Stato lo ribattezza «alpha dog», il maschio dominante, manco fosse Lando Buzzanca. In un altro, più o meno della fine del 2008, si spiega che Medvedev, ufficialmente di rango maggiore «fa la parte di Robin rispetto al Batman di Putin». E perchè non Stanlio e Ollio, Gianni e Pinotto, Spic e Span? Sono i giudizi che fanno la Storia.
Le donne poi escono a pezzi. L’Angelina Merkel è un tipo che per sua natura «evita i rischi ed è raramente creativa», e sembra quasi di vederla girare per la Cancelleria con le pattine e i bigodini di fresco. E pensa te che noi invece, che siamo tutt’altro che diplomatici, ci eravamo fatti di lei proprio tutta un’altra idea. La pazza invece è un’altra. Altro che nuova Evita Peron. Ci sono dei «sospetti che la presidente argentina Cristina Fernandez de Kirchner solleva a Washington, fino al punto che la segretaria di stato giunge a chiedere informazioni sul suo stato di salute mentale».

Un totale fuori di testa è pure Hamid Karzai «ispirato dalla paranoia», come se fosse una sana igiene mentale quotidiana guidare l’Afghanistan con Al Qaida che ti aspetta sul pianerottolo. O Sarkozy, un «re nudo» come del resto le riviste di gossip ce l’avevano già mostrato sulle spiagge di Saint Tropez con la Carlà. «Ispirata alla paranoia» semmai, ma questo non c’è sui cablogrammi, erano i suoi bermuda...

di Massimo M. Veronese -

sabato 27 novembre 2010

Messaggio di Berlusconi ai Promotori della Libertà



Se vuoi, puoi ascoltarlo su http://www.promotoridellaliberta.it/

Care amiche e cari amici,

la missione che vi affido questa settimana è quella di aiutare gli italiani a capire questo momento politico così assurdo, così contrario all'interesse del Paese, così lontano dagli interessi veri della gente. Vi chiedo anche di mobilitarvi fin da ora per organizzare per sabato 11 e domenica 12 dicembre una grande manifestazione e una raccolta di firme a sostegno dell'azione del governo per non tradire gli elettori, allestendo punti di incontro e di dialogo con gli italiani nei gazebo, nelle piazze e nei teatri delle vostre città. So che molti di voi anticiperanno questa mobilitazione già dalla prossima settimana e quindi credo che riusciremo a mettere in campo una manifestazione, un'azione davvero efficace.

Il nostro governo, lo sapete, è il governo del fare, del fare quello che la gente chiede alla politica, cioè quello di cui il Paese ha bisogno. Gli altri parlano, noi facciamo.

In questi due anni abbiamo lavorato tanto e abbiamo lavorato bene.

Abbiamo risolto tutte le emergenze vecchie e nuove. Il problema tragico dei rifiuti a Napoli e in Campania che è riemerso per incapacità delle amministrazioni locali in questi giorni. Io ieri mi sono di nuovo addossato la responsabilità di intervenire e a seguito di una riunione con tutte le istituzioni locali ho dato il via ad un'operazione che in meno di due settimane porterà Napoli al suo dovuto decoro. Abbiamo agito con grande tempestività ed efficacia dopo il terremoto in Abruzzo e la Corte dei Conti e l'Autorità sul controllo dei lavori pubblici hanno fatto giustizia di tutto il fango che era stato buttato addosso alla Protezione civile per i contratti relativi a tutte le case e alle opere che abbiamo realizzato. Tutto assolutamente regolare e perfetto.

Abbiamo tenuto i conti pubblici in ordine. Ed abbiamo avuto sui nostri conti, sulla nostra azione, il plauso, l'approvazione di tutti gli organismi internazionali di controllo. Ora, questo, devo dirvi, è stato un vero e proprio miracolo, se si considera il peso del debito pubblico che abbiamo ereditato.

Abbiamo portato l'Italia fuori dalla crisi economica meglio di altri Paesi, abbiamo tutelato i posti di lavoro con una quantità di risorse senza precedenti per la Cassa integrazione, a cui abbiamo ammesso per la prima volta anche i lavoratori precari e autonomi. Abbiamo protetto il risparmio; abbiamo sostenuto il reddito dei pensionati e delle famiglie più deboli; abbiamo favorito l'accesso al credito delle piccole e medie imprese; abbiamo sostenuto i consumi con incentivi a numerosi settori produttivi; abbiamo abolito del tutto l'Ici sulla prima casa; abbiamo rilanciato le grandi opere delle infrastrutture, abbiamo rilanciato e completato, anche per quanto riguarda il tratto Milano - Roma, l'alta velocità ferroviaria e stiamo rilanciando le centrali per l'energia nucleare; abbiamo garantito il pagamento puntuale dello stipendio agli oltre 3 milioni e mezzo di dipendenti pubblici e il pagamento puntualissimo delle pensioni agli oltre 18 milioni di pensionati; in più abbiamo abolito 375 mila leggi inutili.

Riforme

Abbiamo anche avviato una grande stagione di riforme:

il federalismo fiscale che garantirà servizi pubblici di qualità e a parità di costo al Nord come al Sud;

la riforma della scuola primaria, della scuola secondaria e dell'università, quest'ultima nonostante le proteste di piazza organizzate dalla sinistra e la difesa dei baroni fatta da chi è salito sui tetti, un gran bello spettacolo;

la riforma della giustizia civile;

Abbiamo introdotto il merito e l'informatica nella pubblica amministrazione, dove si è ridotto l'assenteismo per quasi il 40 per cento.

Lo Stato insomma, con noi, è tornato a fare lo Stato e abbiamo garantito la sicurezza dei cittadini con un contrasto durissimo alla criminalità organizzata e con risultati, se permettete, senza precedenti, abbiamo assicurato alla giustizia 28 dei primi 30 latitanti ritenuti più pericolosi, abbiamo sequestrato beni per un valore intorno ai 20 miliardi di euro, abbiamo messo in carcere 6.700 presunti mafiosi.

Per quanto riguarda la politica estera, con la nostra diplomazia commerciale, abbiamo portato appalti, lavoro e profitti a molte imprese italiane. E abbiamo restituito prestigio e autorevolezza all'Italia in campo internazionale, se permettete, con un premier che è il più esperto e quindi, anche a seguito di questo, tra i più considerati e influenti nei vertici mondiali.

Da alcuni mesi tuttavia, lo avete visto e lo vedete, la vita pubblica in Italia è paralizzata da una crisi – come definirla - politica, una crisi irragionevole, una crisi irresponsabile, una crisi che ci ha riportato indietro alla vecchia partitocrazia, anche ai suoi linguaggi, ai suoi vizi, ai suoi egoismi e che ha messo in secondo piano o addirittura ha fatto dimenticare la straordinaria azione e gli straordinari risultati del nostro governo.

Le opposizioni di sinistra hanno l'obiettivo chiarissimo di ribaltare in Parlamento il voto espresso dagli italiani e sanno che per arrivare a questo devono eliminare un certo Silvio Berlusconi dalla scena politica perché hanno chiaro che Silvio Berlusconi costituisce per loro un ostacolo insuperabile alla conquista del potere da parte loro.

Noi siamo sicuri che non ci riusciranno, perché abbiamo un governo che è stato scelto dagli italiani. Un governo che, voglio insisterci, che ha lavorato e sta lavorando bene, pur in uno scenario di grave crisi internazionale.

E credo davvero che oggi l'Italia oggi ha bisogno di tutto meno che di instabilità e di paralisi. Una crisi di credibilità, che spaventasse i mercati e che spaventasse gli investitori internazionali, ci porterebbe in fretta sulla stessa strada della Grecia e dell'Irlanda.

Per questo il 13 dicembre prossimo chiederemo al Parlamento, sia al Senato che alla Camera, un nuovo voto di fiducia al nostro governo.

In quelle aule, ricorderete, il 29 settembre passato, abbiamo ottenuto un voto di fiducia con un consenso elevato, il consenso più ampio di tutta la legislatura. È stato un consenso sui cinque punti programmatici e, lo ricorderete, i cinque punti che rappresentano cinque azioni strategiche per il futuro del Paese e che il governo ha già approvato per quanto riguarda il federalismo fiscale che, tra l'altro, contrasterà l'evasione fiscale, il Piano per la sicurezza dei cittadini che, tra l'altro, contrasterà anche l'immigrazione clandestina e il Piano per il Sud che mette a disposizione del sud 100 miliardi di euro. La riforma della giustizia la approveremo nel Consiglio dei Ministri la prossima settimana e la riforma tributaria è già cominciata. Sta andando avanti su 4 tavoli tecnici con le forze sociali.

Il 29 di settembre il Parlamento ci ha dato una grande fiducia.

Se qualcuno da allora avesse cambiato idea, dovrà dirlo, con chiarezza, agli italiani. E avrà il dovere di spiegare il perché.

Quei cinque punti sono l'attuazione degli impegni assunti con gli elettori, impegni che vogliamo rispettare.

Questo governo, il nostro governo, è stato eletto dagli italiani e al nostro governo non c'è altra alternativa se non quella di nuove elezioni. Nessuno le vuole perché sanno che se andassimo alle elezioni li sbaraglieremmo tutti.

Noi abbiamo la responsabilità di continuare a governare, di mantenere la stabilità, di agire con efficienza, di rispettare la volontà dei cittadini, di realizzare il programma che i cittadini hanno votato.

Continueremo quindi a lavorare perché sono convinto che il Parlamento ci assicurerà la fiducia, non solo al Senato, ma anche alla Camera.

Sono convinto che non ci sarà bisogno di nuove elezioni, perché il senso di responsabilità, la coerenza, il rispetto e la lealtà verso gli elettori, la necessità di evitare un salto nel buio, sono tutte ragioni per le quali i parlamentari eletti nel centro-destra saranno costretti a stare con noi, a sostenerci con il loro voto, sino al completamento della legislatura. Chi non lo farà si assumerà la responsabilità di aver tradito gli elettori e sarà segnato per tutta la vita dal marchio del tradimento e della slealtà.

Il 14 dicembre non ci accontenteremo di una fiducia occasionale, cioè basata su fragili margini numerici. Necessitiamo di una fiducia convinta e continuativa. Questa è l'unica condizione per evitare il ritorno al voto.

Vogliamo realizzare con chi ci sta quel patto di legislatura del quale ho parlato nelle scorse settimane.

Questo significa – e lo ripeterò proprio alle Camere il 13 dicembre - che siamo aperti a ragionare, come sempre, con tutti, senza alcun pregiudizio, se non con l'impegno della coerenza rispetto al nostro programma e l'impegno della lealtà nei confronti dei nostri elettori. Però voglio sottolineare che restiamo e resteremo sempre aperti a discutere tutte le idee che possono migliorare la nostra azione.

Allora, cari amici,

governare l'Italia, il Paese che amiamo, è una responsabilità che richiede una grande pazienza, un grande spirito di sacrificio, una grande capacità di sopportare attacchi, insulti, calunnie, processi, e ci vuole naturalmente anche una grande capacità di lavoro.

Il cambiamento dell'Italia, in senso liberale, per costruire un Paese più libero, più moderno, più sicuro, più giusto e anche più orgoglioso di sé, è l'obiettivo che non abbiamo mai smesso per un solo giorno di perseguire. E io personalmente non ho mai smesso di sostenere pubblicamente e credere intimamente nell'assoluta necessità di riavviare l'Italia su un sentiero liberale. È questo quello che ho sempre sognato e, come sapete, in genere riesco a realizzare i miei sogni.

Noi quindi vogliamo realizzare questo obiettivo e lo realizzeremo.

Lavoreremo con tutta la serietà, con tutto l'impegno e con tutta la determinazione di cui siamo capaci.

Ci impegneremo dopo la fiducia che il Parlamento ci rinnoverà il 14 dicembre con uno slancio rinnovato.

A voi, amici della Libertà, affido il compito di assicurare a tutti coloro con cui verrete in contatto in questi giorni, ma soprattutto nella grande mobilitazione che abbiamo fissato per l'11 e 12 dicembre, che il nostro impegno sarà un sempre più convinto e determinato, per far uscire il nostro Paese dalla crisi,

per migliorarlo,

per assicurare a tutti gli italiani un futuro di benessere e un futuro di libertà.

Quando oggi parliamo al telefono e non siamo convinti che la nostra conversazione sarà inviolata, sentiamo tutti di non essere in un paese davvero libero.

Grazie per quello che avete fatto, che fate e che farete.

E ricordatevi sempre che gli altri parlano, che noi invece facciamo.

Un forte, un fortissimo abbraccio a tutti voi, a ciascuno di voi.

Ancora grazie.


Parla la Gelmini

mercoledì 24 novembre 2010

BERLUSCONI: Fiducia piena e riforme o voto

Guarda il filmato della conferenza stampa sul link

BERLUSCONI: Andiamo avanti incuranti degli attacchi

"Il Governo ha messo a punto il Piano per il Mezzogiorno che sarà approvato nel prossimo Consiglio dei Ministri. Dopo aver varato nelle scorse settimane la legge sulla stabilità finanziaria, già approvata dalla Camera, il federalismo fiscale e il Piano per la sicurezza, il Governo incurante degli attacchi e delle polemiche, continua a lavorare con ottimi risultati sia in politica interna che in politica estera.

Per quanto riguarda le questioni all’interno del Popolo della liberta’, conto di affrontarle quanto prima, con la consueta disponibilita’ a prendere in considerazione le varie opinioni. Nel frattempo invito tutti al senso di responsabilita’, alla sobrieta’, al rispetto dei nostri militanti e dei nostri elettori che non approvano certo personalismi ed esibizionismi". Lo ha dichiarato in una nota il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.

lunedì 22 novembre 2010

LA VIGNETTA

BONDI: Se Casini riconoscesse i meriti di Berlusconi avrebbbe un ruolo nel governo

"Casini ha il merito di aver ribadito la posizione alternativa alla sinistra del proprio partito, sulla base dei valori e dei programmi del Ppe. Se il leader dell’Udc si dimostrasse capace anche di formulare un giudizio piu’ equilibrato e piu’ adeguato alla realta’ sull’esperienza del governo Berlusconi e sul ruolo del Pdl, potrebbe forse profilarsi un ruolo di responsabilita’ politica e istituzionale da parte dell’Udc, foriero di ulteriori sviluppi nel futuro".


Cosi’ si e’ espresso il coordinatore nazionale del Pdl Sandro Bondi, reagendo all’apertura del leader centrista. "Casini ha ragione quando invita il Pd a distaccarsi dalla sinistra estrema di Di Pietro e di Vendola e di imboccare con coraggio una via riformista. Purtroppo il Pd non ascoltera’ l’appello di Casini perche’ avrebbe dovuto compiere da tempo una dolorosa riflessione culturale prima ancora che politica per essere in grado di essere oggi una responsabile forza di opposizione e diventare domani una credibile forza di governo. Casini compie pero’ un errore politico quando non riconosce i meriti dell’attuale governo e indica soluzioni di emergenza, senza prima ascoltare il verdetto popolare e democratico".

BONDI: Se Casini riconoscesse i meriti di Berlusconi avrebbbe un ruolo nel governo

"Casini ha il merito di aver ribadito la posizione alternativa alla sinistra del proprio partito, sulla base dei valori e dei programmi del Ppe. Se il leader dell’Udc si dimostrasse capace anche di formulare un giudizio piu’ equilibrato e piu’ adeguato alla realta’ sull’esperienza del governo Berlusconi e sul ruolo del Pdl, potrebbe forse profilarsi un ruolo di responsabilita’ politica e istituzionale da parte dell’Udc, foriero di ulteriori sviluppi nel futuro".


Cosi’ si e’ espresso il coordinatore nazionale del Pdl Sandro Bondi, reagendo all’apertura del leader centrista. "Casini ha ragione quando invita il Pd a distaccarsi dalla sinistra estrema di Di Pietro e di Vendola e di imboccare con coraggio una via riformista. Purtroppo il Pd non ascoltera’ l’appello di Casini perche’ avrebbe dovuto compiere da tempo una dolorosa riflessione culturale prima ancora che politica per essere in grado di essere oggi una responsabile forza di opposizione e diventare domani una credibile forza di governo. Casini compie pero’ un errore politico quando non riconosce i meriti dell’attuale governo e indica soluzioni di emergenza, senza prima ascoltare il verdetto popolare e democratico".

domenica 21 novembre 2010

BERLUSCONI: accordo NATO-Russia frutto del mio impegno

"Ho lavorato per una mediazione fra Stati Uniti e Russia. Ho tessuto io la tela per far avvicinare il presidente Usa Obama e il leader del Cremlino Medvedev". Cosi’ il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nella conferenza stampa conclusiva del vertice Nato di Lisbona. Il premier ha ricordato alcune tappe della sua strategia di avvicinamento e ha riferito di aver detto a Medvedev: "Con te la guerra fredda e’ alle spalle. La risposta del leader russo - ha aggiunto - e’ stata quella di voler riprendere la collaborazione nello spirito di Pratica di mare".

Oggi, ha detto ancora Berlusconi, si e’ tenuto "uno storico consiglio Nato che ha sancito una nuova collaborazione su tutti i punto di Pratica di mare". Il premier si e’ detto contento per gli esiti del consiglio Nato-Russia: "E’ una grande soddisfazione. Ho abbracciato Obama e Medvedev", ha spiegato. Berlusconi ha avuto un bilaterale con Medvedev il quale lo ha voluto ringraziare "per il ruolo sempre costruttivo e amichevole. Sei un politico di grande esperienza" gli ha detto.

Sempre in tema di politica della difesa, il premier ha ribadito che "caldeggio fortemente il progetto di difesa comune europea: in tempi di crisi, comporterebbe un risparmio fino al 50% e permetterebbe all’esercito europeo di confrontarsi alla pari con forze militari come quelle di Usa e Cina invece di essere un pigmeo che deve accodarsi alle decisioni altrui". Il tema, ha garantito il presidente del Consiglio, sara’ posto "con forza" al prossimo Consiglio Ue di dicembre da lui stesso e dal premier britannico David Cameron.
In conferenza stampa Berlusconi ha invitato i giornalisti a parlare di politica estera. Tuttavia, in merito alle domande sulla presa di posizione del ministro Carfagna, ha dichiarato: "Non mi ha fatto tribolare. E’ una cosa a cui non annetto particolare difficoltà". Semmai c’è da "stropicciare gli occhi", dice il Cavaliere, a vedere i giornali che invece di occuparsi di vertice Nato o Finanziaria, stanno lì a titolare sulla "signora Carfagna".
Sulla ’sfida’ del 14 dicembre alle Camere. Il governo - ha spiegato Berlusconi - non ha alcuna intenzione di andare a raccattare 2-3 voti in più per vivacchiare. "Avremo una buona fiducia, con buoni numeri che ci dovrebbero consentire di governare e cioè di approvare le riforme" afferma. E se così non dovesse essere "nulla - osserva - potrà opporsi al ritorno agli elettori" e a quel punto ci sarà una ottima affermazione sia alla Camera che al Senato". Anche senza Fini? "Le avremo con un’alleanza di centrodestra" chiosa il premier.

giovedì 18 novembre 2010

BERLUSCONI: Il 14 dicembre l'Italia decidera' se avere stabilita'

"Il 14 dicembre sara’ il giorno che decidera’ se l’Italia puo’ continuare ad avere quella stabilita’ che e’ assolutamente importante per resistere in una situazione di una crisi economica che non e’ ancora passata".

Lo ha affermato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, a margine della cerimonia al Quirinale per i nuovi Cavalieri del Lavoro.
"Abbiamo assolutamente bisogno di stabilita’ e c’e’ da parte del governo tutto l’impegno possibile per continuare con quella stabilita’ che consideri tutto il lavoro che abbiamo fatto da inizio governo fino ad oggi, con risultati che sono sotto gli occhi di tutti".

E se dovesse avere la fiducia a una sola delle Camere? Hanno chiesto i giornalisti.
"Non credo, sono abituato a prendere in considerazione situazioni che considero probabili. Non perdo tempo a pensare su situazioni che non credo possibili.
L’apertura di una crisi di governo sarebbe una iattura assoluta perche’ soltanto con assoluta irresponsabilita’ si puo’ pensare di mettere in crisi un governo che fino a qualche tempo fa era il piu’ solido e il meglio piazzato in Europa. Se ci sara’ la fiducia andremo avanti a lavorare, se non ci sara’ la fiducia andremo al voto". Quanto alla possibilita’ di un Berlusconi bis, il nostro presidente ha dichiarato:
"Non credo ci si possa arrivare abbiamo bisogno di un Governo solido e non possiamo contare su chi non garantisce il massimo di lealta’ al programma approvato dagli elettori".

mercoledì 17 novembre 2010

IL CORSIVO

CATTIVI PENSIERI

Se solo per un po’ si riflette sulle ultime imprese del Tortellino Magro,che siede sullo scranno più alto di Montecitorio, non si può non essere presi da una crisi di orticaria irritante per la boriosa ipocrisia, con cui vende l’aria fritta e rifritta delle sue dichiarazioni da “mandarino” in via di mummificazione politica…Tant’è: il camaleontismo è una moda costante della politica italiana fin dai tempi del Girella Giustiano!

E così il Tortellino Travicello si accompagna senza pudore al segretario di quel partito, più volte dallo stesso additato come antidemocratico. antiliberale,anticattolico, antipopolare, antivalori e…antitutto!...anzi si siede in condominio con lui in una trasmissione sedicente culturale, che si prefigge come unico scopo quello di vomitare falsume (usiamo un eufemismo!) sul Cavaliere e mandare a carte quarantotto la sovranità del Popolo, che lo ha indicato con la chiarezza indiscutibile dei numeri come Capo del Governo.

Ma al predetto Tortellino la cosa non piace più e quindi si è esercitato nel più clamoroso “voltagiacchettismo”, che la storia politica della Repubblica ricordi…

Una cosa del genere è successa circa duemila anni fa in quel della Palestina, quando un certo Giuda Iscariota “baciò” il suo leader: pare in cambio di trenta denari…

Didimo

Consiglio Comunale per giovedi 25 novembre alle ore 9,15

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

Viste le richieste di convocazione del consiglio comunale a firma di n. 8 consiglieri pervenute in data 27.10.2010 e registrate al protocollo dell'ente ai nn. 31577 e 31596; VISTO il regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale; VISTO lo Statuto Comunale

CONVOCA

il Consiglio Comunale di Gioia del Colle in seduta straordinaria ed in 1^ Convocazione per il giorno 25 NOVEMBRE 2010 alle ore 09,15, e, nel caso non si raggiunga il numero legale, in 2^ Convocazione per il giorno 26 NOVEMBRE 2010 alle ore 16,30 nella nella Sala Consiliare di Palazzo San Domenico, per la trattazione dei seguenti argomenti:

SEDUTA PUBBLICA
1. PRESA D'ATTO ED APPROVAZIONE VERBALE SEDUTA PRECEDENTE (5 NOVEMBRE 2010).
2. "SERVIZIO DI GESTIONE- MANUTENZIONE DEGLI IMPIANTI DI PUBBLICA ILLUMINAZIONE INSTALLATI SUL TERRITORIO COMUNALE E FORNITURA DI ENERGIA ELETTRICA. ATTO DI INDIRIZZO E DETERMINAZIONI" (AUTOCONVOCAZIONE).
3. "SITUAZIONE GESTIONALE E COMUNICAZIONI INERENTI IL RENDICONTO 2009 DELLA SPES GIOIA SPA" (AUTOCONVOCAZIONE)

Avv. Tisci Filippo Gianfranco

lunedì 15 novembre 2010

BERLUSCONI: Avremo la fiducia. Oppure si scioglierà solo la Camera



Se il governo venisse sfiduciato alla Camera si scioglierebbe solo quel ramo del Parlamento.

Così il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nel suo collegamento telefonico con la manifestazione Pdl al Teatro Nuovo di Milano. "Andremo avanti a governare - ha detto Berlusconi - con la fiducia che ci verrà data al Senato e, penso, anche alla Camera. Se non ci verrà data andremo a votare per la Camera".

Commentando la situazione Silvio Berlusconi ha detto che "ci sono professionisti della politica ormai vicini all’età in cui grandi leader come Bush e Blair scrivono le loro memorie che possono aspirare alla presidenza del Consiglio o della Camera solo attraverso decisioni di palazzo quindi agendo come se la gente non esistesse. Ma questa non e’ democrazia, è solo partitocrazia.
Quindi siccome noi siamo democratici e nel nostro Paese deve valere la democrazia, cioè quello che decide la gente...tutte le cose che stanno succedendo rafforzano il convincimento degli italiani che vogliono restare liberi che dobbiamo andare avanti contro una sinistra non ancora democratica".

Infine il premier ha ricrodato che "la maggioranza degli italiani è con noi e non si fa turlupinare da trasmissioni televisione pagate con i nostri soldi. E’ indegno avere una tv pubblica di questi tipo...
Non leggete i giornali, descrivono una situazione che non c’e’ e che e’ indipendente dagli elettori, descrivono posizoni politiche partitocratiche. La verita’ e’ che gli elettori esistono e che al 60% sono con me".

LA VIGNETTA

domenica 14 novembre 2010

BERLUSCONI: Avremo la fiducia. Oppure si scioglierà solo la Camera



Se il governo venisse sfiduciato alla Camera si scioglierebbe solo quel ramo del Parlamento.

Così il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nel suo collegamento telefonico con la manifestazione Pdl al Teatro Nuovo di Milano. "Andremo avanti a governare - ha detto Berlusconi - con la fiducia che ci verrà data al Senato e, penso, anche alla Camera. Se non ci verrà data andremo a votare per la Camera".

Commentando la situazione Silvio Berlusconi ha detto che "ci sono professionisti della politica ormai vicini all’età in cui grandi leader come Bush e Blair scrivono le loro memorie che possono aspirare alla presidenza del Consiglio o della Camera solo attraverso decisioni di palazzo quindi agendo come se la gente non esistesse. Ma questa non e’ democrazia, è solo partitocrazia.
Quindi siccome noi siamo democratici e nel nostro Paese deve valere la democrazia, cioè quello che decide la gente...tutte le cose che stanno succedendo rafforzano il convincimento degli italiani che vogliono restare liberi che dobbiamo andare avanti contro una sinistra non ancora democratica".

Infine il premier ha ricrodato che "la maggioranza degli italiani è con noi e non si fa turlupinare da trasmissioni televisione pagate con i nostri soldi. E’ indegno avere una tv pubblica di questi tipo...
Non leggete i giornali, descrivono una situazione che non c’e’ e che e’ indipendente dagli elettori, descrivono posizoni politiche partitocratiche. La verita’ e’ che gli elettori esistono e che al 60% sono con me".

sabato 13 novembre 2010

Schifani: "Chi ha vinto deve governare"

Riportiamo e pubblichiamo dal "Giornale" di oggi.

Cuneo - "Chi ha vinto le elezioni ha il dovere di governare". Il presidente del Senato Schifani, interviene così da Cuneo per commentare la delicata situazione politica del momento.
"L’Italia chiede governabilità, sicurezza di prospettive, certezza di scelte, attuazione del programma elettorale che i cittadini hanno votato e di cui hanno pieno diritto- ha dichiarato Schifani- così come le forze politiche premiate democraticamente dagli elettori hanno il dovere di governare". Poi, invita a rimuovere contrasti, inutili contrapposizioni, ostacoli "perché rallentano la crescita e lo sviluppo del nostro Paese".
Diritti e doveri "Di fronte ai problemi quali l’occupazione soprattutto dei nostri giovani, la tutela del territorio così provato da calamità naturali, la necessità di un rigoroso controllo dei conti pubblici, gli italiani - ha sottolineato il presidente del Senato - chiedono governabilità, stabilità e rispetto della volontà democratica dei cittadini e per questo "abbiamo tutti il dovere morale di venire incontro a queste inderogabili esigenze, con spirito veramente costruttivo".

venerdì 12 novembre 2010

PDL: O Berlusconi premier o voto

"I Coordinatori, i Capigruppo e la Delegazione del PdL al Governo, in questo momento politico, con posizione compatta e coesa ritengono inaccettabile che la legislatura possa proseguire con un differente premier e un differente Governo.

Chiunque voglia coltivare ipotesi diverse dovra’ passare dall’inequivocabile verdetto della sovranita’ popolare". Lo afferma una nota dell’ufficio stampa del gruppo Pdl alla Camera, dopo la riunione che si e’ svolta nel pomeriggio a Montecitorio.

La vignetta

mercoledì 10 novembre 2010

G20. AVANTI CONTRO LA SPECULAZIONE

Pubblichiamo (riprendendolo da Ragionpolitica.it ) il testo della lettera che il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha inviato ai leader dei Paesi del G20 alla vigilia del Vertice di Seul.

Gli effetti devastanti della crisi economica e finanziaria ci hanno già portato a definire riforme di notevole importanza a livello internazionale. Ad ogni modo, la nostra missione non è compiuta e dobbiamo andare avanti con determinazione. Al riguardo, vorrei sottolineare l'importanza di affrontare i temi della speculazione finanziaria e della manipolazione dei mercati, in particolare nei mercati delle materie prime. Si tratta di questioni di cruciale importanza: sono riemerse ampie fluttuazioni nel prezzo delle materie prime, con un rinnovato e preoccupante impatto sui paesi più poveri, in particolare in Africa. Inoltre, i movimenti nel prezzo del petrolio stanno producendo instabilità economica e finanziaria e rischiano di avere effetti negativi sulla domanda globale e sul livello dei prezzi. Questi eventi, nonché l'eccessiva volatilità nei mercati delle materie prime, non derivano esclusivamente da fattori economici e devono essere affrontati tramite misure appropriate.

Ritengo necessario definire e attuare regole migliori e una vigilanza più efficace sul funzionamento dei mercati finanziari e sul comportamento degli operatori, aumentare la trasparenza dei mercati e ridurre l'uso eccessivo della leva finanziaria, sia in risposta alla crisi, sia per fondare la crescita economica globale su basi più solide.

Il Vertice di Seul è il momento giusto per prendere le necessarie decisioni. Le regole e la vigilanza devono riguardare anche i mercati precedentemente non regolamentati. Credo, pertanto, che i leaderdovrebbero ribadire il loro impegno ad affrontare il tema delle attività over-the-counter e ad incrementare l'utilizzo di strumenti semplificati e standardizzati, che siano negoziati in mercati trasparenti e regolamentati con sistemi di compensazione centralizzati e margini di garanzia elevati, in particolare nei mercati dell'energia e delle materie prime.

Per queste ragioni, nel ricordare la necessità che i principi e le istruzioni vigenti siano rigorosamente osservati, ritengo che dovremmo dare mandato allo Iosco (International Organization of Securities Commissions) di continuare il lavoro, in collaborazione con altre organizzazioni e soggetti internazionali, al fine di presentare raccomandazioni per migliorare le regole, la vigilanza e la supervisione in relazione ai mercati dei derivati sulle materie prime, specificando con chiarezza i miglioramenti specifici che sono necessari in materia di trasparenza, divulgazione e disponibilità di dati per evitare la manipolazione del mercato.

In aggiunta, dovremmo prendere in considerazione ulteriori misure, come la limitazione delle vendite a breve termine allo scoperto e l'imposizione di margini di garanzia elevati sui derivati, senza distorcere i meccanismi del mercato, al fine di scoraggiare operazioni esclusivamente speculative.

Silvio Berlusconi

Consiglio Comunale per Venerdì 12 novembre alle 16,00

OGGETTO: Convocazione Consiglio Comunale.

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

Vista la decisione del consiglio comunale di aggiornarsi al giorno 12.11.2010 per la prosecuzione della trattazione degli argomenti di cui all'avviso n. 32060 del 2.11.2010; VISTO il regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale; VISTO lo Statuto Comunale;

CONVOCA

il Consiglio Comunale di Gioia del Colle in seduta ordinaria ed in 1^ Convocazione per il giorno 12 NOVEMBRE 2010 alle ore 16,00, nella nella Sala Consiliare di Palazzo San Domenico, per la trattazione dei seguenti argomenti:

SEDUTA PUBBLICA

1. CHIARIMENTI E REVOCA DELLA DELIBERA N. 172 DEL 23.9.2010 DELLA G.C. E DEGLI ATTI CONSEGUENTI PREDISPOSTI DAL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO CON DETERMINA N. 976 DEL 27.9.2010 (AUTOCONVOCAZIONE).


Il Presidente del Consiglio

Avv. Tisci Filippo Gianfranco




martedì 9 novembre 2010

Onoriamo il mandato del popolo

In nessun paese europeo si sta discutendo del modo più bizantino o più furbo per far cadere un governo. In nessuno dei paesi tuttora alle prese con una crisi economica mondiale non ancora risolta, chi fa parte di una maggioranza o addirittura dei vertici istituzionali dello Stato sta studiando le mosse per congegnare crisi al buio, volte non a rafforzare ed accelerare le decisioni tempestive che la situazione e la responsabilità richiede, ma a disegnare futuri e futuribili nuovi scenari nell’interesse della politica dei partiti, e soprattutto di una parte.
Più semplicemente, in nessun paese si tenta di sostituire una maggioranza eletta con una minoranza sconfitta.


E’ davvero questo che si vuole per l’Italia? Di sicuro non lo vuole Silvio Berlusconi. Ha ricevuto un mandato a governare dalla maggioranza dei cittadini – mandato più volte confermato in varie consultazioni amministrative ed europee – ed ha l’intenzione di onorare quel mandato. Non sarà il premier a lasciare il Paese senza guida ed esposto alle speculazioni dei mercati, a rischiare di fare dell’Italia una nuova Grecia o una nuova Spagna. Quella delle crisi di governo “pilotate”, dei cambi in corsa delle maggioranze passando non per il Parlamento ma per i comizi di piazza e quindi per le anticamere dei palazzi, è una vecchia pratica che risale ai tempi di quando i partiti contavano più dei cittadini. Ma è anche e soprattutto un’illusione. Un calcolo sbagliato. Inoltre una tentazione che va contro ogni buon senso e rispetto istituzionale, e stupisce che venga dalla terza carica dello Stato, dal presidente della Camera che dovrebbe essere un garante (anche severo, ma garante) e non una parte pesantemente in causa. Un arbitro o un assistente di linea, non un giocatore che interviene a gamba tesa.


Il senso di responsabilità, soprattutto in questo momento, è ben altra cosa. Il senso di responsabilità è innanzitutto governare, perché questo è ciò di cui ha bisogno l’Italia. E’ ciò che chiedono le forze sociali, i lavoratori e gli imprenditori, ed anche i mercati che stanno in agguato sui nostri conti pubblici. La settimana scorsa due agenzie di rating, Standard & Poor’s e Ficht, hanno entrambe confermato il buon giudizio sulla nostra situazione economica, una pagella che, secondo S&P potrebbe addirittura essere rivista al rialzo (caso pressoché unico nel mondo) a condizione che l’Italia vada avanti nella stabilità politica e nel processo di riforme. Esattamente il contrario di ciò che abbiamo ascoltato ieri. Il senso di responsabilità è approvare la legge finanziaria - che si chiama non a caso proprio “di stabilità” - ed il piano di riforme 2020, quei due impegni che l’Europa ci chiede e che a Bruxelles dobbiamo inviare entro il mese di novembre.


Il senso di responsabilità, per noi e per l’intera Unione europea e la sua moneta, è concludere il duro negoziato sulle nuove regole finanziarie, che è l’argomento che tiene banco in tutto il mondo.
Il senso di responsabilità, inoltre, impone di portare tutto – cose da fare, leggi da discutere, accordi e disaccordi – in Parlamento, perché è solo quello il luogo deputato a comporre e scomporre maggioranze, è solo lì che possono o non possono cadere i governi, e soprattutto è solo lì che i fatti avvengono alla luce del sole. Rispondendone agli elettori, ai cittadini, ai contribuenti, alle forze sociali.


Qualcuno, in Parlamento, non in un comizio, dovrà a quel punto spiegare perché il capo del governo dovrebbe lasciare il proprio posto, e quindi venir meno alle proprie responsabilità, solo per una manovra di corridoio politico, proprio mentre la situazione economica e sociale richiede l’esatto contrario: di fare il lavoro per il quale gli italiani ci hanno designato. Se non lo si fa, se si indicano – anzi, si pretendono di imporre con ultimatum – vie traverse e oscure, si cerca di fuggire sia dalle responsabilità, sia dalla chiarezza, sia dalla realtà. Si viene meno al dovere più elementare dei politici, dei ministri e degli eletti: rispondere delle proprie azioni. Non ai propri simpatizzanti, ma al Paese e all’intero corpo elettorale. Ed in questo caso gli italiani, che non sono certo insensibili, avranno occhi per vedere, orecchie per capire, e soprattutto testa per giudicare. Con il loro cervello, non con quello altrui.

Dal sito nazionale http://www.ilpopolodellaliberta.it/

domenica 7 novembre 2010

BONDI-CICCHITTO: Fini si e' assunta una responsabilita' gravissima

"Il discorso pronunciato oggi da Fini getta alle ortiche con una spregiudicatezza imbarazzante un impegno comune di quasi vent’anni, liquida una parte cospicua del patrimonio della destra italiana, tenta di distruggere alcuni punti fondamentali dell’impianto riformista del governo e risponde con la richiesta di una crisi al buio alla prospettiva positiva indicata dal presidente Berlusconi.

In questo modo Fini si e’ assunto una responsabilita’ gravissima di fronte al Paese e di fronte agli elettori di centro destra. Il governo tuttavia deve tenere fermo il suo impegno nell’interesse del paese". Lo hanno affermato in una nota congiunta Sandro Bondi, coordinatore del Pdl e Fabrizio Cicchitto capogruppo del Pdl alla Camera

La vignetta

venerdì 5 novembre 2010

BERLUSCONI: Noi non faremo nessun passo indietro ma faremo cinque passi avanti



Proponiamo ai nostri visitors il discorso del Presidente Silvio Berlusconi alla Direzione Nazionale del Popolo della Libertà di Roma il 4 novembre 2010

Care amiche e cari amici,
lasciatemi dire subito una cosa che ho nel cuore, una cosa che ho già detto quasi un anno fa quando sono stato ferito in piazza Duomo a Milano, una cosa che rispecchia i miei sentimenti di uomo prima ancora che di imprenditore prestato alla politica: l’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio.
E’ stato per amore del mio Paese che 16 anni fa sono sceso in politica, per salvarlo dalle forze illiberali. Ed è per amore della libertà che continuo a impegnarmi per il bene dell’Italia e a resistere a tutti gli attacchi infondati che mi vengono quotidianamente rivolti, e continuerò a farlo finché gli italiani che amano la libertà e che mi hanno dato la responsabilità di rappresentarli me lo chiederanno.
I nostri avversari sanno perfettamente che la mia presenza in politica è per loro un ostacolo insuperabile per il raggiungimento del potere. Per questo mi attaccano in modo indegno ed abbietto. Ma, voglio che sappiano che le campagne di fango e le aggressioni mediatiche fondate sulla menzogna che mi vengono rovesciate addosso da tanti anni non mi fermeranno. Se lo facessi tradirei la fiducia di quei milioni di italiani che mi hanno liberamente affidato il mandato di governare il Paese. Significherebbe anteporre alla sovranità del popolo un altro primato, un primato anomalo, un primato che non ha nessun fondamento nelle regole della democrazia: mi riferisco al primato di quei poteri che per interessi di casta o solo personali, con espedienti costruiti ad arte in certe procure, mi muovono attacchi gravi quanto immotivati, non suffragati dai fatti, ma fondati sul nulla, o peggio sull’invidia e sull’odio.



Questi poteri consolidati e radicati da troppi anni nelle stanze dei Palazzi e di un vecchio ceto politico ripetono come un ritornello all’unisono, con una sinistra senza guida e senza programmi, che il governo non sta facendo niente, che noi stiamo dimenticando gli interessi del Paese.
Ci rivolgono questa falsa accusa di immobilismo soltanto per sminuire i nostri risultati di governo. E’ una lotta senza quartiere, che noi combattiamo forti e sicuri del vostro sostegno e dei nostri fatti concreti, contro i loro veleni, contro le loro fabbriche inesauribili di falsità e di fango.
I nostri fatti sono incontestabili. Ci riferiamo anzitutto alle numerose emergenze ereditate dal governo della sinistra e da noi tempestivamente risolte.
Ci riferiamo alla crisi globale, la peggiore dal 1929, che abbiamo affrontato e superato anche grazie alle capacità di lavoro e di risparmio degli italiani, riscuotendo l’approvazione dell’Unione Europea e del Fondo Monetario Internazionale.
Ci riferiamo infine alle numerose riforme approvate dal nostro governo. (nostro fascicolo Due anni di governo)
In tutta la storia della Repubblica siamo il governo che ha fatto più di tutti gli altri, e lo abbiamo fatto in condizioni di oggettiva difficoltà a causa della crisi economica internazionale.
Mi limito a ricordare solo alcune delle cose fatte.



Pubblica amministrazione. Abbiamo contrastato con successo l’assenteismo, che si è ridotto del 35 per cento,
abbiamo introdotto il criterio del merito nel pubblico impiego,
abbiamo migliorato la qualità dei servizi e siamo a un passo dalla digitalizzazione dell’intera pubblica amministrazione: e questo significherà la semplificazione delle pratiche burocratiche a vantaggio dei cittadini e delle imprese. Più servizi, più qualità, meno costi e meno sprechi.


Scuola e Università. La sinistra e i sindacati ne avevano fatto un ammortizzatore sociale costoso e dequalificato. Noi abbiamo realizzato tre riforme fondamentali, quella della scuola primaria, quella della scuola secondaria e quella dell’università che è a un passo dal traguardo finale.
Questo governo ha avuto il coraggio di mettere mano alle incrostazioni stratificate che stavano uccidendo la nostra università. Abbiamo introdotto la qualità, la meritocrazia, la responsabilità. Per tutta risposta abbiamo visto i signori della sinistra, travestiti da contestatori, fare le barricate a difesa dello status quo, dei baroni e dei potentati. Non neghiamo che la difficile congiuntura internazionale ci ha impedito per il momento di destinare alla formazione dei nostri giovani tutte le risorse che avremmo voluto. Ma vi dico che arriveranno le risorse necessarie e che il dovere di razionalizzare la spesa ha consentito di sottolineare con ancor più vigore il carattere sistemico della nostra riforma. Perché non serve a nulla disporre di fiumi di denaro in assenza di un sistema efficiente e di efficaci strumenti di governance che consentano di spenderli bene. Uno degli obiettivi che dobbiamo porci, dunque, è quello di approvare subito e senza indugi la riforma dell’Università già votata dal Senato.


Fisco. Abbiamo abolito totalmente l’Ici sulla prima casa; abbiamo attuato un contrasto sistematico dell’evasione fiscale, con risultati che la sinistra si è rassegnata a non contestare più, tanto sono evidenti; abbiamo introdotto la cedolare secca sugli affitti e stiamo discutendo con le parti sociali una grande riforma del sistema fiscale, che ora non corrisponde più all’economia dei nostri tempi, essendo stato concepito ben 40 anni fa, quando internet non esisteva e la formazione dei redditi era completamente diversa da oggi.
Federalismo fiscale. Con questa riforma fiscale, che anticipa e si affianca a quella tributaria, abbiamo costruito le premesse di un sistema pubblico - Stato e autonomie locali - più rispettoso del denaro dei contribuenti.
Un sistema che non farà aumentare la pressione fiscale, ma anzi la ridurrà, e consentirà di avere servizi pubblici di qualità a costi standard eguali al Nord come al Sud, con un controllo più penetrante delle dichiarazioni dei redditi e un maggiore contrasto dell’evasione fiscale anche con l’aiuto dei comuni. Una riforma che non penalizzerà il Mezzogiorno, anzi sarà decisiva per il suo riscatto morale ed economico.
Giustizia. La riforma della Giustizia è una priorità per il Paese, e il Governo rivendica i risultati già ottenuti, come la normativa e il Codice antimafia, l’introduzione del reato di stalking, la riforma del processo civile e la digitalizzazione del sistema giustizia.
Sicurezza. Nessun governo ha mai ottenuto i nostri risultati nel contrasto della criminalità organizzata e delle mafie, con più di 15 miliardi di beni mobili e immobili sequestrati, 6.656 mafiosi arrestati, con una media di 8 arresti al giorno, 28 dei primi 30 latitanti più pericolosi arrestati. Per la prima volta si profila la possibilità di sconfiggere e di debellare per sempre la piaga della mafia e della criminalità organizzata.


Dietro quel che succede in questi giorni nessuno può escludere, molti possono immaginare, che ci sia anche la vendetta della malavita.
Immigrazione clandestina. Abbiamo ridotto gli sbarchi di oltre il 90 per cento e reso più facili le espulsioni di chi viene in Italia non per darci una mano, ma per delinquere. Era ciò che gli italiani volevano e noi l’abbiamo fatto.
Infrastrutture ed energia. Abbiamo riaperto i cantieri delle grandi opere che la sinistra e i falsi ambientalisti avevano chiuso, abbiamo realizzato l’alta velocità ferroviaria, abbiamo rilanciato il nucleare con importanti accordi internazionali. Sono tutti passi fondamentali per riportare l’Italia in linea con l’Europa.


Risale solo a quattordici giorni fa lo stanziamento da parte di questo governo di centodieci milioni di euro a sostegno di dieci settori tra cui motocicli, internet a banda larga, elettrodomestici ed eco-case.
Questi incentivi si aggiungono agli altri 190 milioni che il governo aveva già erogato ad aprile a sostegno delle imprese.
All’industria del turismo è stato finalmente riconosciuto il valore di asset strategico per la nostra economia: il codice del turismo, approvato nei giorni scorsi dal Consiglio dei Ministri, rappresenta una vera e propria riforma del settore, dalla parte del turista e delle aziende.
Per tutte le attività’ produttive, inoltre, grande valore rivestono le misure di semplificazione e sburocratizzazione, quali ad esempio la possibilità di aprire un’impresa in un solo giorno, rivolgendosi ad un unico interlocutore.
Il governo farà di tutto per assecondare la potenzialità di crescita delle piccole e medie imprese che sono i capisaldi della nostra economia.

Pensioni. Abbiamo realizzato, senza un’ora di sciopero, una riforma che in Europa viene considerata un modello. Altrove la stessa riforma delle pensioni ha penalizzato diversi Paesi.
Giovani e lavoro. La maggiore occupazione, soprattutto dei più giovani e nel Mezzogiorno, costituisce l’obiettivo primario di tutta la nostra politica di crescita economica nella stabilità di finanza pubblica. Il Piano triennale per il lavoro e il Programma per l’occupabilità dei giovani attraverso l’integrazione tra apprendimento e lavoro sono già in corso di attuazione e si realizzano compiutamente attraverso la leale collaborazione tra Stato e Regioni e la prosecuzione dell’intesa con le parti sociali. Rivolgiamo un sentito ringraziamento a tutte quelle organizzazioni sindacali che senza pregiudizi di carattere politico o ideologico hanno seguito la via del confronto costruttivo con il Governo e con le organizzazioni rappresentative dell’impresa. A loro promettiamo che continueremo ad operare per la crescita dei salari, collegata alla maggiore produttività del lavoro, anche attraverso l’incentivo della detassazione.
Difesa della vita e della famiglia. Abbiamo ribadito nel recente discorso al Parlamento che al centro di ogni nostra azione collochiamo la persona in sé e nelle sue proiezioni come la famiglia e la comunità di appartenenza. Noi riconosciamo la ricchezza della persona e questo ci porta a difendere innanzitutto il valore della vita quale bene primario. L’agenda bio-etica del governo ha puntualmente individuato gli ambiti dell’impegno istituzionale per l’accoglienza della nuova vita, la tutela della dignità della persona nelle condizioni di maggiore fragilità, il necessario collegamento tra la scienza e l’etica.


Il riordino delle agevolazioni fiscali e delle prestazioni assistenziali dovrà consentire la razionalizzazione dei sostegni alla famiglia in funzione soprattutto della natalità e, quindi, della consistenza del nucleo familiare.
Servizi pubblici. Come sapete, ci accusano di non avere fatto le liberalizzazioni. Ma non dicono che abbiamo fatto la riforma dei servizi pubblici gestiti dalle aziende municipalizzate, in attuazione di una direttiva europea: questo consentirà di introdurre non solo azionisti privati nelle aziende municipalizzate, ma soprattutto porterà maggiore efficienza, con l’obiettivo di ridurre i costi e le bollette per i cittadini.


Politica estera. La nostra diplomazia commerciale, quella che la sinistra chiama politica del cucù, unita alle missioni di pace e al ruolo personale del premier nei vertici internazionali, ci consentono di dire che l’Italia è di nuovo protagonista nel mondo.
Il nostro è un governo che non ha mai smesso di governare, che non è mai venuto meno ai propri doveri internazionali.
A Bruxelles abbiamo difeso con forza gli interessi italiani, ottenendo l’inserimento del risparmio privato e di altri indicatori rilevanti come la stabilità del sistema bancario tra gli elementi di valutazione dello stato di salute di un Paese. Questo consentirà all’Italia di salire nella graduatoria dei Paesi europei più virtuosi, ponendosi al secondo posto subito dopo la Germania e prima di Svezia, Gran Bretagna e Francia. Si tratta di una modifica di enorme rilievo. Eppure si continua a dire che non abbiamo fatto niente. Nonostante tre finanziarie rigorose e 13 distinti provvedimenti economici per fronteggiare la crisi, la sinistra continua a dire che non abbiamo fatto niente.


Potrei continuare ancora a lungo, ma non voglio abusare della vostra cortesia e della vostra pazienza.
Tra le tante cose fatte, non posso però scordare quella più importante a cui ho già accennato. Nel pieno di una crisi economica epocale, abbiamo messo in sicurezza i conti pubblici, abbiamo salvaguardato la coesione sociale e abbiamo tutelato i posti di lavoro con una quantità di risorse senza precedenti e senza mettere le mani nelle tasche degli italiani.
Molti governi, tradendo i loro programmi elettorali, hanno aumentato le tasse per ridurre drasticamente i loro deficit. L’Italia è stata l’unica a ridurre il disavanzo senza aumentare le tasse. E noi non tasseremo mai i Bot e la casa, come vorrebbe la sinistra, e non per salvaguardare la speculazione finanziaria, ma per non toccare i risparmi di tante famiglie che si sono fidate dello Stato.
Il nostro governo è quello che in Europa ha meglio coniugato la stabilità dei conti con la pace sociale.

Care amiche e cari amici,
forse si sarebbe potuto fare di più per ridurre le pesanti eredità dei governi del passato.
Ne siamo talmente consapevoli che il presidente del Consiglio si è rivolto al Parlamento a fine settembre per fare un bilancio della prima metà della legislatura e impostare la seconda, con l’obiettivo di realizzare il programma di governo approvato dagli italiani nel 2008 e completare le riforme strutturali necessarie per ammodernare l’Italia in cinque settori strategici: federalismo fiscale, giustizia, fisco, sicurezza, rilancio del Sud.
Su quei cinque punti il Parlamento ha dato al governo una fiducia più ampia di quella ottenuta al momento dell’insediamento nel 2008, e con questo viatico il governo è impegnato a procedere.
Lo ricordo a quelli che parlano di immobilismo e ci chiedono di fare un passo indietro. Ebbene, noi faremo non un passo indietro, ma cinque passi avanti.


Il Federalismo fiscale è cosa fatta. La riforma del fisco è stata avviata con un dialogo aperto a tutte le forze sociali e con un confronto costante con le autorità europee.
Il prossimo passo dell’azione di governo riguarda la sicurezza e l’immigrazione: su questa riforma si è attivato il ministro dell’Interno Maroni e il Consiglio dei ministri la approverà domani alle dieci.
Ma posso già anticiparvi:
il potenziamento ulteriore dell’attività di contrasto alla criminalità organizzata;
il potenziamento della sicurezza urbana;
la sicurezza nelle manifestazioni sportive;
l’allontanamento coattivo dei cittadini comunitari che hanno violato la direttiva europea;
un progetto definitivo per la carta d’identità elettronica;
la liberalizzazione all’accesso della rete Wi.Fi.


Siamo pronti ad approvare entro la fine di questo mese anche la riforma della Giustizia e il Piano per il Sud sulla base di testi condivisi da tutta la maggioranza.

Giustizia
Noi siamo e resteremo convinti che una grande riforma della giustizia serva al Paese: al suo sviluppo, alla sua civiltà, alla sua democrazia. E’ scritto a chiare lettere nel nostro programma elettorale, e dunque è evidente che tutti i cittadini che hanno scelto questo governo – e sono la maggioranza – condividono tale opinione. Ma proprio l’importanza del tema dovrebbe suggerire a tutti di evitare strumentalizzazioni, come ad esempio parlare della riforma della giustizia e fare riferimento a misure che nessuno ha mai pensato di introdurre: cito per tutte l’assoggettamento del pm al potere esecutivo. Non è mai stato nei nostri progetti: parlarne può essere un buon modo per ottenere il plauso della grande stampa, ma di certo introduce un elemento di inutile confusione nel confronto che invece intendiamo portare avanti nel modo più inclusivo e trasparente possibile. Ripartiamo dunque dalle cose su cui siamo d’accordo, a cominciare dalla separazione delle carriere e dalla conseguente riforma del Csm. Non è poco, e di certo sarebbe un passo da gigante verso quello che è il nostro obiettivo: una giustizia giusta, un processo equo, un’autentica parità fra le parti, un giudice davvero terzo e imparziale.
Ma l’azione del governo non si limita ai Cinque punti programmatici, la cui realizzazione ci impegnerà fino al termine della legislatura.


La nostra agenda immediata comprende anche il varo di un decreto entro il 16 novembre che conterrà il Piano per il Sud e finanzierà l’Università, gli ammortizzatori sociali, i contratti di produttività, il 5 per mille, il sostegno alla cultura e quanto altro possibile e necessario. E tutto ciò in un tempo di crisi e tenendo i conti in ordine.
Ancora. Entro il 12 novembre, presenteremo a Bruxelles il “Programma nazionale di riforma” proiettato al 2020, un piano che si articola su numerosi interventi strategici in chiave di sviluppo, che interessano: il ritorno al nucleare, la rivalutazione del patrimonio demaniale, la riforma del fisco con il passaggio graduale dalle imposte sulle persone a quelle sulle cose, la liberalizzazione dei servizi, i salari sempre più legati alla produttività, un nuovo impulso al Mezzogiorno.
Su tutti questi punti si giocherà la strategia della maggioranza nella sua attuale configurazione.


Care amiche e cari amici,
queste sono le riforme e le azioni che ci stanno impegnando. Ma ne avete forse mai letto sui giornali?
Non credo. Perché in Italia ci sono due realtà. C’è la realtà vera, che è quella del nostro governo del fare, una realtà che i media ignorano. E c’è la realtà virtuale dell’antiberlusconismo cucinato in tutte le salse, ed è, questa realtà virtuale, l’unica che i media prendono in considerazione.


Difendersi o argomentare caso per caso non ha più senso. In quale altro Paese del mondo il capo del governo deve difendersi da una tale raffica di storie inventate o strumentalizzate?
La verità è che siamo sotto attacco non per ciò che non abbiamo fatto, ma per ciò che rappresentiamo, un ostacolo alla presa del potere da parte della sinistra e per ciò che abbiamo fatto.
Tutti reclamano cambiamenti, ma poi ciascuno si scaglia contro i cambiamenti che lo toccano da vicino. Tutti vogliono più apertura, più competizione, più meritocrazia, più produttività, ma a patto che riguardi solo gli altri.
Ogni volta che il Governo prende un provvedimento, dalla scuola alla pubblica amministrazione, dalla giustizia al lavoro, chi protesta occupa le prime pagine, mentre chi consente, in nome dell’interesse generale, scompare dai giornali.
Questa è la vera dimostrazione di assenza d’interesse per il bene comune, pur di conservare per egoismo tutto il bene proprio, come privilegio non negoziabile.


E se il presidente di Confindustria critica il governo e benedice la condotta di Marchionne, la sinistra applaude le sue prime parole, ma sorvola sulle seconde. Ma dov’è la concretezza degli interessi reali, dove la sfida della competitività, se non nelle decisioni pratiche, azienda per azienda, capannone per capannone, sulla base di valori di efficienza, di competitività e di sacrificio che una certa classe politica non ha mai compreso fino in fondo?


Il governo dunque è impegnato a creare le condizioni per favorire la crescita nella stabilità, ed è l´unico che possa farlo, perché la sinistra italiana è incapace di incarnare un moderno ruolo di opposizione riformista. Una sinistra che ha mantenuto tutti i vizi del passato comunista senza fare un solo passo avanti sulla strada del proprio rinnovamento. Il frutto di questa crisi è rappresentato oggi dalle posizioni estremiste, radicali e giustizialiste di Di Pietro, di Grillo e di Vendola, alle quali il Pd è incapace di resistere.
In questa situazione, provocare una crisi mentre la stabilità non è ancora stata pienamente raggiunta e il cammino delle riforme, avviato nella direzione giusta, è ancora in corso, sarebbe un atto di autentica irresponsabilità che il Paese non merita e non capirebbe.
L’alternativa al nostro Governo potrebbe essere solo un governo “di rottura nazionale”, un “governo delle opposizioni”, un governo illegittimo degli sconfitti privo di legittimità democratica e popolare, un governo incapace di produrre stabilità, incapace di garantire quella affidabilità internazionale necessaria per combattere efficacemente il terrorismo, incapace di difendere i valori non negoziabili della persona, della famiglia e della vita.


Il ritorno della sinistra al governo porterebbe l’Italia alle condizioni di declino e di instabilità in cui si è venuta a trovare la Grecia. Perché la sinistra, in quanto assertrice della spesa in deficit, non sarebbe mai in grado di proseguire quella disciplina di bilancio che ha consentito sin qui l’agevole collocamento dei titoli che rappresentano il nostro grande debito pubblico.
Non avendo i numeri, non avendo mai avuto i numeri per governare e temendo le elezioni come la peste, la sinistra chiede al gruppo di parlamentari che hanno lasciato il Popolo della Libertà di staccare la spina al governo. E’ l’ennesima manifestazione di irresponsabilità e di disperazione politica.


Veniamo a Futuro e Libertà
Gli aderenti a Futuro e libertà hanno introdotto una forte dialettica nell’area della maggioranza politica e parlamentare. Ci auguriamo che il bisogno di sottolineare una propria diversità non li conduca alla subalternità politica e culturale rispetto a una sinistra già condannata alla decadenza dalla sua incapacità di rinnovarsi.
Il discorso che ho pronunciato al Parlamento in occasione del voto di fiducia è partito dal riconoscimento di una diversa realtà politica intervenuta nel centrodestra, con la volontà di scongiurare il rischio di elezioni e di realizzare il programma di governo per l’intera legislatura, a partire dai cinque punti votati dal Parlamento.
Da quel giorno in cui si è votata la fiducia al governo, che cosa è cambiato?
Voglio fare una domanda molto schietta a coloro che hanno aderito al nuovo gruppo.
E’ cambiato qualcosa di significativo dal punto di vista politico in grado di mutare la posizione dei gruppi che hanno votato la fiducia meno di un mese fa?


Io credo di no. Anzi, con tutta evidenza il governo si è immediatamente messo al lavoro sulla base del voto del Parlamento.
Se questo è vero, io credo che sia necessario andare avanti, sia necessario proseguire nell’impegno che abbiamo preso di fronte al Paese di lavorare fino alla conclusione della legislatura.
Se è cambiato qualcosa dal punto di vista politico riguardo alla fiducia votata dal Parlamento sui cinque punti del programma, allora lo si dica apertamente, lo si motivi e lo si giustifichi di fronte ai nostri elettori e al popolo italiano.
Se non è così, come io credo, allora cessino le polemiche e si interrompa quella che mi auguro non sia una deliberata strategia di logoramento ai danni del governo, che non potrebbe essere accettata né sopportata se si hanno a cuore gli interessi del nostro Paese.


L’Italia ha bisogno di essere governata, ha bisogno di stabilità, ha bisogno che si realizzino le riforme che abbiamo annunciato in Parlamento, a partire dal federalismo e dalla riforma fiscale al piano per il Sud, dalla riforma della giustizia alla lotta contro la criminalità organizzata, fino alla riforma dell’Università.
Per realizzare queste riforme l’Italia ha però bisogno di concordia e di collaborazione nell’ambito delle forze che fanno parte della maggioranza.


Non si può, da una parte, chiedere al governo di governare, e, dall’altra parte, frapporre continui ostacoli al lavoro del governo.
L’importante dunque è sapere con chiarezza se esiste la volontà reale di proseguire in un rapporto di alleanza politica e di leale collaborazione di governo sia pure rivendicando una propria autonomia.
Da parte nostra, come ho detto, c’è la volontà di proseguire nel lavoro fino al termine della legislatura, e c’è la disponibilità di prendere atto di una diversa offerta politica nell’ambito del centrodestra.
Se Futuro e Libertà ritiene esaurita l’esperienza di questo governo e non intende andare avanti lo dica con chiarezza subito.
Noi siamo pronti a raccogliere la sfida e ad andare alle urne.
Se invece c’è davvero la volontà di andare avanti con questo governo nel rispetto del nostro programma e nella lealtà ai nostri elettori, allora siamo pronti insieme alla Lega e a Bossi, il nostro solido e leale alleato, a realizzare un patto di legislatura e a proporre nuovamente un sistema di alleanze nel centrodestra.


L’Italia – lo ripeto – ha bisogno di stabilità, ha bisogno di essere governata. Ha bisogno di un governo nel pieno delle proprie funzioni. Non ha bisogno di un governo qualsiasi. Tanto meno ha bisogno, lo ripeto, di un governo tecnico, che rappresenterebbe il rovesciamento della volontà democratica.
Lo dico apertamente: signori della sinistra, se volete archiviare Berlusconi dovete chiederlo al popolo, non potete farlo voi con una congiura di Palazzo, perché gli Italiani non lo permetterebbero.
Noi siamo sempre stati ottimisti. E lo siamo per una ragione che diventa sempre più evidente: il nostro è l’unico governo democratico dell’Occidente che, nel pieno della crisi, ha vinto le elezioni di medio termine, dopo avere vinto anche tutte le tornate elettorali precedenti. Tutti gli altri hanno perso.


Questa nostra forza, che ci è data dagli elettori e non certo imposta a loro, induce gli avversari a ritenere che la partita debba essere spostata altrove: nei palazzi del potere senza legittimità democratica.
Noi, il Popolo della Libertà e la Lega, non consentiremo che la nostra democrazia sia sfregiata fino a questo punto. Noi intendiamo governare e abbiamo la forza e le idee per farlo.
Sappiamo di avere con noi un largo consenso di popolo, che crede nei nostri stessi valori, che crede nella libertà e nella democrazia.
Nel 1948 come nel 1994, nel 2001 come nel 2008, questo popolo ha salvato l’Italia. E il Popolo della Libertà, che abbiamo volutamente chiamato Popolo e non partito, è e rimane l’unico vero progetto di modernizzazione del Paese.
La nostra è una forza profondamente radicata sul territorio, come dimostra il fatto che per la prima volta il centrodestra governa 11 regioni su 20, 59 province su 109, 374 comuni sopra i 15mila abitanti su 731. E’ fin troppo evidente che il Popolo della Libertà ha sempre fatto il proprio dovere.


Ho sempre detto che il Popolo della Libertà è la casa di tutti i moderati e i liberali italiani ed è il vero e unico progetto di bipolarismo che vogliamo consegnare ai decenni che verranno di un Paese finalmente moderno.
Per questo mi appello a tutti voi. Oggi, infatti, è in atto un tentativo estremo, e per questo violento e aggressivo, di distruggere tutto ciò che di buono, ed è davvero tanto, abbiamo fatto fin dalla nascita del Pdl, a cominciare dalla sua creazione. Di fronte a questo attacco, è il momento della coesione, è l’ora in cui la nostra classe dirigente, com’è avvenuto in passato nei momenti più delicati, faccia squadra, diventi un blocco granitico e metta da parte le questioni individuali e personali per difendere non tanto e non solo il Pdl da chi ne vuole minare il presente e il futuro, ma l’interesse di tutti gli italiani moderati e di buona volontà.
Dimostriamo a tutti, a cominciare da noi stessi, che siamo la classe dirigente capace di far compiere all’Italia i passi necessari verso quel futuro di modernità che meritiamo e che già stiamo realizzando con l’attività di governo. Il partito non è meno importante del governo. E’ la roccaforte che può difendere l’esecutivo da ogni genere di offensiva esterna. E’ per questo che va preservato e custodito come un bene prezioso.


E oggi, da questa nostra Direzione nazionale deve partire un messaggio chiaro: il Popolo della Libertà è forte e unito intorno al suo leader e intorno al suo governo, e avvia una grande fase di democrazia interna con nuovi coordinatori regionali, provinciali e comunali. I circoli, i Promotori della libertà e i Difensori della libertà, i team della libertà, Giovane Italia, sono tutti strumenti fondamentali per far crescere il nostro movimento.
E il modo migliore per coinvolgere tutti i nostri militanti e tutti i nostri sostenitori, donne e uomini, giovani e meno giovani, è di darci un traguardo ambizioso: un milione di iscritti al Popolo della Libertà per celebrare entro luglio i congressi comunali e provinciali come vuole lo Statuto.

Care amiche e cari amici,
dobbiamo dare un segnale preciso a tutti: il nostro governo è in campo e ha i numeri per governare e sono numeri che gli ha dato il popolo e che solo il popolo può revocare.
Il nostro obiettivo resta quello di sempre: dare all’Italia la stabilità politica, un bipolarismo maturo e un grande movimento moderato che si ispira alla tradizione del Partito Popolare Europeo, e in questo ci sentiamo di rivolgere un forte appello a tutti gli italiani che non si riconoscono nella sinistra: questo è il nostro e il vostro destino.
Il Paese ci chiede le riforme, e alla fine della legislatura saprà giudicare chi ha garantito la governabilità e chi l’ha invece ostacolata. Noi confidiamo che responsabilità e spirito di servizio abbiano la meglio sulle polemiche e sulle divisioni. Sarà il modo migliore per onorare i 150 anni dell’Unità d’Italia.


Dunque, abbiamo il diritto e il dovere di andare avanti e di governare. Lo faremo, saldi nei propositi e forti del nostro programma riformista.
La maggioranza di cui disponiamo in Parlamento è il frutto della maggioranza elettorale che abbiamo nel Paese. Se la prima dovesse mancare, se dovesse esserci tolta da chi si rende strumento (colpevolmente passivo) nelle mani altrui, voglio ripeterlo chiaramente, allora si dovrà tornare dagli elettori: il responso del popolo aiuterà l’Italia a ritrovare la strada giusta, come sempre è accaduto nei momenti difficili.
Fuori da questo percorso ci sarebbe purtroppo solo il degrado e il rovesciamento della democrazia.
Continueremo a lavorare insieme oggi pomeriggio.
Vi abbraccio tutti, e vi ringrazio per l’impegno mostrato sinora e per quanto continueremo a fare tutti insieme, superando gli egoismi personali, uniti dalla lealtà per chi ci vota, uniti dall’amore per la libertà, uniti dall’amore per l’Italia.
Viva il Popolo della Libertà,
viva l’Italia,
viva la libertà.