la missione che vi affido questa settimana è quella di aiutare gli italiani a capire questo momento politico così assurdo, così contrario all'interesse del Paese, così lontano dagli interessi veri della gente. Vi chiedo anche di mobilitarvi fin da ora per organizzare per sabato 11 e domenica 12 dicembre una grande manifestazione e una raccolta di firme a sostegno dell'azione del governo per non tradire gli elettori, allestendo punti di incontro e di dialogo con gli italiani nei gazebo, nelle piazze e nei teatri delle vostre città. So che molti di voi anticiperanno questa mobilitazione già dalla prossima settimana e quindi credo che riusciremo a mettere in campo una manifestazione, un'azione davvero efficace.
Il nostro governo, lo sapete, è il governo del fare, del fare quello che la gente chiede alla politica, cioè quello di cui il Paese ha bisogno. Gli altri parlano, noi facciamo.
In questi due anni abbiamo lavorato tanto e abbiamo lavorato bene.
Abbiamo risolto tutte le emergenze vecchie e nuove. Il problema tragico dei rifiuti a Napoli e in Campania che è riemerso per incapacità delle amministrazioni locali in questi giorni. Io ieri mi sono di nuovo addossato la responsabilità di intervenire e a seguito di una riunione con tutte le istituzioni locali ho dato il via ad un'operazione che in meno di due settimane porterà Napoli al suo dovuto decoro. Abbiamo agito con grande tempestività ed efficacia dopo il terremoto in Abruzzo e la Corte dei Conti e l'Autorità sul controllo dei lavori pubblici hanno fatto giustizia di tutto il fango che era stato buttato addosso alla Protezione civile per i contratti relativi a tutte le case e alle opere che abbiamo realizzato. Tutto assolutamente regolare e perfetto.
Abbiamo tenuto i conti pubblici in ordine. Ed abbiamo avuto sui nostri conti, sulla nostra azione, il plauso, l'approvazione di tutti gli organismi internazionali di controllo. Ora, questo, devo dirvi, è stato un vero e proprio miracolo, se si considera il peso del debito pubblico che abbiamo ereditato.
Abbiamo portato l'Italia fuori dalla crisi economica meglio di altri Paesi, abbiamo tutelato i posti di lavoro con una quantità di risorse senza precedenti per la Cassa integrazione, a cui abbiamo ammesso per la prima volta anche i lavoratori precari e autonomi. Abbiamo protetto il risparmio; abbiamo sostenuto il reddito dei pensionati e delle famiglie più deboli; abbiamo favorito l'accesso al credito delle piccole e medie imprese; abbiamo sostenuto i consumi con incentivi a numerosi settori produttivi; abbiamo abolito del tutto l'Ici sulla prima casa; abbiamo rilanciato le grandi opere delle infrastrutture, abbiamo rilanciato e completato, anche per quanto riguarda il tratto Milano - Roma, l'alta velocità ferroviaria e stiamo rilanciando le centrali per l'energia nucleare; abbiamo garantito il pagamento puntuale dello stipendio agli oltre 3 milioni e mezzo di dipendenti pubblici e il pagamento puntualissimo delle pensioni agli oltre 18 milioni di pensionati; in più abbiamo abolito 375 mila leggi inutili.
Riforme
Abbiamo anche avviato una grande stagione di riforme:
il federalismo fiscale che garantirà servizi pubblici di qualità e a parità di costo al Nord come al Sud;
la riforma della scuola primaria, della scuola secondaria e dell'università, quest'ultima nonostante le proteste di piazza organizzate dalla sinistra e la difesa dei baroni fatta da chi è salito sui tetti, un gran bello spettacolo;
la riforma della giustizia civile;
Abbiamo introdotto il merito e l'informatica nella pubblica amministrazione, dove si è ridotto l'assenteismo per quasi il 40 per cento.
Lo Stato insomma, con noi, è tornato a fare lo Stato e abbiamo garantito la sicurezza dei cittadini con un contrasto durissimo alla criminalità organizzata e con risultati, se permettete, senza precedenti, abbiamo assicurato alla giustizia 28 dei primi 30 latitanti ritenuti più pericolosi, abbiamo sequestrato beni per un valore intorno ai 20 miliardi di euro, abbiamo messo in carcere 6.700 presunti mafiosi.
Per quanto riguarda la politica estera, con la nostra diplomazia commerciale, abbiamo portato appalti, lavoro e profitti a molte imprese italiane. E abbiamo restituito prestigio e autorevolezza all'Italia in campo internazionale, se permettete, con un premier che è il più esperto e quindi, anche a seguito di questo, tra i più considerati e influenti nei vertici mondiali.
Da alcuni mesi tuttavia, lo avete visto e lo vedete, la vita pubblica in Italia è paralizzata da una crisi – come definirla - politica, una crisi irragionevole, una crisi irresponsabile, una crisi che ci ha riportato indietro alla vecchia partitocrazia, anche ai suoi linguaggi, ai suoi vizi, ai suoi egoismi e che ha messo in secondo piano o addirittura ha fatto dimenticare la straordinaria azione e gli straordinari risultati del nostro governo.
Le opposizioni di sinistra hanno l'obiettivo chiarissimo di ribaltare in Parlamento il voto espresso dagli italiani e sanno che per arrivare a questo devono eliminare un certo Silvio Berlusconi dalla scena politica perché hanno chiaro che Silvio Berlusconi costituisce per loro un ostacolo insuperabile alla conquista del potere da parte loro.
Noi siamo sicuri che non ci riusciranno, perché abbiamo un governo che è stato scelto dagli italiani. Un governo che, voglio insisterci, che ha lavorato e sta lavorando bene, pur in uno scenario di grave crisi internazionale.
E credo davvero che oggi l'Italia oggi ha bisogno di tutto meno che di instabilità e di paralisi. Una crisi di credibilità, che spaventasse i mercati e che spaventasse gli investitori internazionali, ci porterebbe in fretta sulla stessa strada della Grecia e dell'Irlanda.
Per questo il 13 dicembre prossimo chiederemo al Parlamento, sia al Senato che alla Camera, un nuovo voto di fiducia al nostro governo.
In quelle aule, ricorderete, il 29 settembre passato, abbiamo ottenuto un voto di fiducia con un consenso elevato, il consenso più ampio di tutta la legislatura. È stato un consenso sui cinque punti programmatici e, lo ricorderete, i cinque punti che rappresentano cinque azioni strategiche per il futuro del Paese e che il governo ha già approvato per quanto riguarda il federalismo fiscale che, tra l'altro, contrasterà l'evasione fiscale, il Piano per la sicurezza dei cittadini che, tra l'altro, contrasterà anche l'immigrazione clandestina e il Piano per il Sud che mette a disposizione del sud 100 miliardi di euro. La riforma della giustizia la approveremo nel Consiglio dei Ministri la prossima settimana e la riforma tributaria è già cominciata. Sta andando avanti su 4 tavoli tecnici con le forze sociali.
Il 29 di settembre il Parlamento ci ha dato una grande fiducia.
Se qualcuno da allora avesse cambiato idea, dovrà dirlo, con chiarezza, agli italiani. E avrà il dovere di spiegare il perché.
Quei cinque punti sono l'attuazione degli impegni assunti con gli elettori, impegni che vogliamo rispettare.
Questo governo, il nostro governo, è stato eletto dagli italiani e al nostro governo non c'è altra alternativa se non quella di nuove elezioni. Nessuno le vuole perché sanno che se andassimo alle elezioni li sbaraglieremmo tutti.
Noi abbiamo la responsabilità di continuare a governare, di mantenere la stabilità, di agire con efficienza, di rispettare la volontà dei cittadini, di realizzare il programma che i cittadini hanno votato.
Continueremo quindi a lavorare perché sono convinto che il Parlamento ci assicurerà la fiducia, non solo al Senato, ma anche alla Camera.
Sono convinto che non ci sarà bisogno di nuove elezioni, perché il senso di responsabilità, la coerenza, il rispetto e la lealtà verso gli elettori, la necessità di evitare un salto nel buio, sono tutte ragioni per le quali i parlamentari eletti nel centro-destra saranno costretti a stare con noi, a sostenerci con il loro voto, sino al completamento della legislatura. Chi non lo farà si assumerà la responsabilità di aver tradito gli elettori e sarà segnato per tutta la vita dal marchio del tradimento e della slealtà.
Il 14 dicembre non ci accontenteremo di una fiducia occasionale, cioè basata su fragili margini numerici. Necessitiamo di una fiducia convinta e continuativa. Questa è l'unica condizione per evitare il ritorno al voto.
Vogliamo realizzare con chi ci sta quel patto di legislatura del quale ho parlato nelle scorse settimane.
Questo significa – e lo ripeterò proprio alle Camere il 13 dicembre - che siamo aperti a ragionare, come sempre, con tutti, senza alcun pregiudizio, se non con l'impegno della coerenza rispetto al nostro programma e l'impegno della lealtà nei confronti dei nostri elettori. Però voglio sottolineare che restiamo e resteremo sempre aperti a discutere tutte le idee che possono migliorare la nostra azione.
Allora, cari amici,
governare l'Italia, il Paese che amiamo, è una responsabilità che richiede una grande pazienza, un grande spirito di sacrificio, una grande capacità di sopportare attacchi, insulti, calunnie, processi, e ci vuole naturalmente anche una grande capacità di lavoro.
Il cambiamento dell'Italia, in senso liberale, per costruire un Paese più libero, più moderno, più sicuro, più giusto e anche più orgoglioso di sé, è l'obiettivo che non abbiamo mai smesso per un solo giorno di perseguire. E io personalmente non ho mai smesso di sostenere pubblicamente e credere intimamente nell'assoluta necessità di riavviare l'Italia su un sentiero liberale. È questo quello che ho sempre sognato e, come sapete, in genere riesco a realizzare i miei sogni.
Noi quindi vogliamo realizzare questo obiettivo e lo realizzeremo.
Lavoreremo con tutta la serietà, con tutto l'impegno e con tutta la determinazione di cui siamo capaci.
Ci impegneremo dopo la fiducia che il Parlamento ci rinnoverà il 14 dicembre con uno slancio rinnovato.
A voi, amici della Libertà, affido il compito di assicurare a tutti coloro con cui verrete in contatto in questi giorni, ma soprattutto nella grande mobilitazione che abbiamo fissato per l'11 e 12 dicembre, che il nostro impegno sarà un sempre più convinto e determinato, per far uscire il nostro Paese dalla crisi,
per migliorarlo,
per assicurare a tutti gli italiani un futuro di benessere e un futuro di libertà.
Quando oggi parliamo al telefono e non siamo convinti che la nostra conversazione sarà inviolata, sentiamo tutti di non essere in un paese davvero libero.
Grazie per quello che avete fatto, che fate e che farete.
E ricordatevi sempre che gli altri parlano, che noi invece facciamo.
Un forte, un fortissimo abbraccio a tutti voi, a ciascuno di voi.
Ancora grazie.
Nessun commento:
Posta un commento