Ecco il testo della lettera, che Silvio Berlusconi ha inviato ai Promotori della Libertà |
Care amiche e cari amici Promotori della Libertà, in questi pochi giorni di sosta ho ricevuto e ho letto moltissimi vostri messaggi di solidarietà e di incitamento a portare avanti l'azione del governo per realizzare il nostro programma, quel programma di riforme che è stato votato dalla maggioranza degli italiani, e di farlo senza cedere alle tante pressioni contrarie dei nostri avversari. Vi ringrazio per il sostegno, sostegno davvero caloroso e vi assicuro che il vostro auspicio è anche il mio, cioè quello di realizzare le riforme per le quali gli italiani ci hanno votato, confermando la loro fiducia nella maggioranza di governo, in tutte, tutte le tornate elettorali degli ultimi due anni, quindi questo è per noi un impegno assoluto, un impegno prioritario, un impegno che è mio e dell'intero governo.
C'è però un primo passo da fare ed è un passaggio obbligato. Dopo che alcuni nostri parlamentari, i cosiddetti finiani hanno deciso di costituire un gruppo autonomo in Parlamento, che è un'iniziativa paradossale se si considera che sono stati tutti eletti sotto il simbolo del Popolo della libertà – con la scritta «Berlusconi presidente», è diventato dopo di questo necessario verificare la coesione e la tenuta della maggioranza che sostiene il nostro governo prima di poter procedere al varo di provvedimenti, che sono provvedimenti molto importanti di realizzazione del programma.
Questa verifica sarà centrata su 5 grandi riforme - la giustizia, il federalismo fiscale, la riforma tributaria, il Sud e la sicurezza - che sono le riforme necessarie per ammodernare il nostro Paese e per cancellare ritardi sempre più inaccettabili che colpiscono dei settori nevralgici della nostra vita di tutti i giorni, della nostra vita economica e sociale. E' ovvio che qualora la coesione della maggioranza venisse meno anche su uno solo di questi 5 punti, che sono parte integrante del programma di governo, non accetteremmo mai di farci logorare in un tirare a campare in discussioni continuative che erano tipiche di molti governi della prima repubblica, così come rifiuteremmo anche la prospettiva di dover negoziare al ribasso, direi, quell'azione riformatrice su cui noi ci siamo impegnati e su cui vogliamo essere assolutamente coerenti, mentre altri pensano di farne oggetto di un mercato politico che per noi è avvilente ed hanno l'obiettivo fin troppo scoperto di ribaltare il risultato del voto popolare.
Lo dico con assoluta serenità, con assoluta tranquillità: in democrazia ciò che conta è il mandato popolare, e governa chi ha ricevuto i voti per farlo. Grazie al bipolarismo, sono ormai alcuni anni che gli italiani hanno imparato a votare un leader e una coalizione, sapendo che chi prende più voti dell'avversario è legittimato a governare. E questo, direi, che è il portato nuovo della politica italiana che è intervenuto con la nostra discesa in campo. Vi ricordate che prima gli elettori erano chiamati al voto senza che i partiti dicessero con chi si sarebbero alleati per formare il governo, chi sarebbe stato il presidente del consiglio e di programmi neppure a parlarne. Quindi questa è stata la grande innovazione e anche la nuova morale, quella che i partiti si impegnino a realizzare i programmi che presentano agli elettori durante la campagna elettorale e che loro sono come una specie, anzi togliamo una specie, che loro sono un vero e proprio contratto stipulato con gli elettori.
Quindi sarebbe un atto fortemente antidemocratico, addirittura offensivo della sovranità popolare, partecipare a dei nuovi giochi di palazzo per tentare di cambiare, di sovvertire il risultato elettorale e portare al governo chi le elezioni invece le ha perse, e questo credo che è qualcosa che non si può da parte nostra assolutamente accettare. Noi siamo per il rispetto totale, per il rispetto assoluto della sovranità popolare. Quindi, se il governo eletto dal popolo non avesse più dietro di sé una maggioranza coesa e compatta, che gli consentisse di realizzare quello che il governo stesso ha promesso ai suoi elettori durante la campagna elettorale, la strada maestra non può essere che quella di ritornare davanti al giudizio del popolo che è sovrano.Chi dice il contrario, invocando magari dei formalismi costituzionali sa bene, benissimo, di dire una falsità. Ed è davvero singolare che a credere nella sovranità del popolo e nel rispetto della democrazia sia il premier, cioè il sottoscritto, che tante volte è stato indicato dalla sinistra come un dittatore, ed è anche davvero paradossale che chi a sinistra si è sempre professato paladino della democrazia, oggi tema come una catastrofe il giudizio popolare. Un timore questo che, purtroppo, sembra diffuso non soltanto a sinistra.
Nelle prossime settimane si vedrà la differenza tra chi, come noi, vuole fare le grandi riforme, e chi al contrario vuole soltanto perseguire obiettivi di potere e di carriera nell'esclusivo tornaconto della propria aziendina politica, anteponendo l'interesse particolare a quello generale.Vi terrò informati soprattutto su questo e vi invito fin d'ora, questo è il senso del messaggio che oggi sono qui a darvi, ad una nuova grande mobilitazione subito dopo il vostro rientro dalle vacanze, che spero siano trascorse per tutti molto bene.
Dobbiamo riorganizzare sul territorio la presenza del Popolo della libertà, la nostra presenza e la presenza di tutte le nostre componenti più dinamiche, per realizzare appunto una presenza attiva e capillare in ciascuna delle 61 mila sezioni elettorali, in ciascuno dei 61mila dipartimenti elettorali in cui è ripartito il nostro Paese, e dobbiamo essere pronti a qualsiasi evenienza, come quella ad esempio di elezioni entro poco tempo.Io so benissimo di poter contare su di voi, sul vostro entusiasmo, sulla vostra dedizione alla nostra comune causa della libertà, e di contare anche sulla vostra capacità di convincere amici e conoscenti della correttezza delle nostre posizioni e vi ricordo che bisogna anche informare tutti quanti di tutto ciò che è riuscito a realizzate il nostro governo in questi due anni, quale nessun altro governo nella storia della Repubblica aveva mai fatto. Voi dovete portare a schierarsi al nostro fianco tutti coloro che sono in buona fede, tutte le persone di buona volontà che amano l'Italia e che la vogliono più libera, la vogliono più giusta e la vogliono più moderna, come la vogliamo noi. Io ci conto e sono sicuro che voi darete il vostro apporto a questa necessità di comunicare e rendere edotti tutti delle situazioni che si stanno determinando nel paese.Un grazie quindi di cuore, a tutti voi un saluto caloroso e un forte abbraccio a ciascuno voi.