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Sito di informazione politica
della sede di Gioia del Colle

mercoledì 25 agosto 2010

IL POPOLO E' SOVRANO

Ecco il testo della lettera, che Silvio Berlusconi ha inviato
ai Promotori della Libertà

Care amiche e cari amici Promotori della Libertà, in questi pochi giorni di sosta ho ricevuto e ho letto moltissimi vostri messaggi di solidarietà e di incitamento a portare avanti l'azione del governo per realizzare il nostro programma, quel programma di riforme che è stato votato dalla maggioranza degli italiani, e di farlo senza cedere alle tante pressioni contrarie dei nostri avversari. Vi ringrazio per il sostegno, sostegno davvero caloroso e vi assicuro che il vostro auspicio è anche il mio, cioè quello di realizzare le riforme per le quali gli italiani ci hanno votato, confermando la loro fiducia nella maggioranza di governo, in tutte, tutte le tornate elettorali degli ultimi due anni, quindi questo è per noi un impegno assoluto, un impegno prioritario, un impegno che è mio e dell'intero governo.

C'è però un primo passo da fare ed è un passaggio obbligato. Dopo che alcuni nostri parlamentari, i cosiddetti finiani hanno deciso di costituire un gruppo autonomo in Parlamento, che è un'iniziativa paradossale se si considera che sono stati tutti eletti sotto il simbolo del Popolo della libertà – con la scritta «Berlusconi presidente», è diventato dopo di questo necessario verificare la coesione e la tenuta della maggioranza che sostiene il nostro governo prima di poter procedere al varo di provvedimenti, che sono provvedimenti molto importanti di realizzazione del programma.

Questa verifica sarà centrata su 5 grandi riforme - la giustizia, il federalismo fiscale, la riforma tributaria, il Sud e la sicurezza - che sono le riforme necessarie per ammodernare il nostro Paese e per cancellare ritardi sempre più inaccettabili che colpiscono dei settori nevralgici della nostra vita di tutti i giorni, della nostra vita economica e sociale. E' ovvio che qualora la coesione della maggioranza venisse meno anche su uno solo di questi 5 punti, che sono parte integrante del programma di governo, non accetteremmo mai di farci logorare in un tirare a campare in discussioni continuative che erano tipiche di molti governi della prima repubblica, così come rifiuteremmo anche la prospettiva di dover negoziare al ribasso, direi, quell'azione riformatrice su cui noi ci siamo impegnati e su cui vogliamo essere assolutamente coerenti, mentre altri pensano di farne oggetto di un mercato politico che per noi è avvilente ed hanno l'obiettivo fin troppo scoperto di ribaltare il risultato del voto popolare.

Lo dico con assoluta serenità, con assoluta tranquillità: in democrazia ciò che conta è il mandato popolare, e governa chi ha ricevuto i voti per farlo. Grazie al bipolarismo, sono ormai alcuni anni che gli italiani hanno imparato a votare un leader e una coalizione, sapendo che chi prende più voti dell'avversario è legittimato a governare. E questo, direi, che è il portato nuovo della politica italiana che è intervenuto con la nostra discesa in campo. Vi ricordate che prima gli elettori erano chiamati al voto senza che i partiti dicessero con chi si sarebbero alleati per formare il governo, chi sarebbe stato il presidente del consiglio e di programmi neppure a parlarne. Quindi questa è stata la grande innovazione e anche la nuova morale, quella che i partiti si impegnino a realizzare i programmi che presentano agli elettori durante la campagna elettorale e che loro sono come una specie, anzi togliamo una specie, che loro sono un vero e proprio contratto stipulato con gli elettori.

Quindi sarebbe un atto fortemente antidemocratico, addirittura offensivo della sovranità popolare, partecipare a dei nuovi giochi di palazzo per tentare di cambiare, di sovvertire il risultato elettorale e portare al governo chi le elezioni invece le ha perse, e questo credo che è qualcosa che non si può da parte nostra assolutamente accettare. Noi siamo per il rispetto totale, per il rispetto assoluto della sovranità popolare. Quindi, se il governo eletto dal popolo non avesse più dietro di sé una maggioranza coesa e compatta, che gli consentisse di realizzare quello che il governo stesso ha promesso ai suoi elettori durante la campagna elettorale, la strada maestra non può essere che quella di ritornare davanti al giudizio del popolo che è sovrano.Chi dice il contrario, invocando magari dei formalismi costituzionali sa bene, benissimo, di dire una falsità. Ed è davvero singolare che a credere nella sovranità del popolo e nel rispetto della democrazia sia il premier, cioè il sottoscritto, che tante volte è stato indicato dalla sinistra come un dittatore, ed è anche davvero paradossale che chi a sinistra si è sempre professato paladino della democrazia, oggi tema come una catastrofe il giudizio popolare. Un timore questo che, purtroppo, sembra diffuso non soltanto a sinistra.

Nelle prossime settimane si vedrà la differenza tra chi, come noi, vuole fare le grandi riforme, e chi al contrario vuole soltanto perseguire obiettivi di potere e di carriera nell'esclusivo tornaconto della propria aziendina politica, anteponendo l'interesse particolare a quello generale.Vi terrò informati soprattutto su questo e vi invito fin d'ora, questo è il senso del messaggio che oggi sono qui a darvi, ad una nuova grande mobilitazione subito dopo il vostro rientro dalle vacanze, che spero siano trascorse per tutti molto bene.

Dobbiamo riorganizzare sul territorio la presenza del Popolo della libertà, la nostra presenza e la presenza di tutte le nostre componenti più dinamiche, per realizzare appunto una presenza attiva e capillare in ciascuna delle 61 mila sezioni elettorali, in ciascuno dei 61mila dipartimenti elettorali in cui è ripartito il nostro Paese, e dobbiamo essere pronti a qualsiasi evenienza, come quella ad esempio di elezioni entro poco tempo.Io so benissimo di poter contare su di voi, sul vostro entusiasmo, sulla vostra dedizione alla nostra comune causa della libertà, e di contare anche sulla vostra capacità di convincere amici e conoscenti della correttezza delle nostre posizioni e vi ricordo che bisogna anche informare tutti quanti di tutto ciò che è riuscito a realizzate il nostro governo in questi due anni, quale nessun altro governo nella storia della Repubblica aveva mai fatto. Voi dovete portare a schierarsi al nostro fianco tutti coloro che sono in buona fede, tutte le persone di buona volontà che amano l'Italia e che la vogliono più libera, la vogliono più giusta e la vogliono più moderna, come la vogliamo noi. Io ci conto e sono sicuro che voi darete il vostro apporto a questa necessità di comunicare e rendere edotti tutti delle situazioni che si stanno determinando nel paese.Un grazie quindi di cuore, a tutti voi un saluto caloroso e un forte abbraccio a ciascuno voi.


sabato 21 agosto 2010

BERLUSCONI: fiducia al governo su cinque punti di programma o elezioni



Federalismo, fisco, Mezzogiorno, giustizia, sicurezza e immigrazione clandestina.

"Su questi punti, che ripercorrono il programma di governo - ha spiegato il premier Silvio Berlusconi in una conferenza stampa al termine della riunione dei vertici del PDL a Palazzo Grazioli - il Popolo della Libertà intende chiedere un rinnovato impegno del Parlamento" e si aspetta un "cammino rapido, senza ripensamenti", nell’approvazione di quelle riforme che i cittadini chiedono.

Il PDL ha per questo "dato mandato ai capigruppo alla Camera e al Senato di preparare nei dettagli la mozione da presentare alle Camere". Il premier ha aggiunto che dalla verifica si attende "una maggioranza non risicata. Se non ricevessimo un rinnovato impegno di maggioranza, non c’è altra soluzione per il bene del Paese che rivolgersi ai cittadini, titolari della sovranità. Ogni tempo in più sarebbe tempo perso, molto negativo per quanto riguarda il Paese. Anche noi siamo pronti alle elezioni ove non riscontrassimo la maggioranza necessaria ad attuare questo programma e tutti i sondaggi e i focus dimostrano che la coalizione composta da noi, la Lega, e probabilmente altre forze politiche andrebbe oltre il 50 per cento".

Riguardo i rapporti interni alla maggioranza nei lavori parlamentari, il premier ha inoltre avvertito che "non accetteremo più sui punti di programma trattative come ci sono state in passato.”.

mercoledì 18 agosto 2010

Video sorveglianza e multe per bulli ed incivili

COMUNICATO STAMPA

Al via una serie di provvedimenti per arginare il fenomeno degli atti vandalici Video sorveglianza e multe per bulli ed incivili Sanzioni da 25 euro fino a 500. Nel caso di minorenni pagano i genitori

Panchine rotte, muri imbrattati, lampioni come bersagli, irrigatori e fontane manomesse questi solo alcune delle discipline predilette dal “Bullo sbullonato” che anche a Gioia del Colle esercita la sua discutibile professione. Ora, “chi rompe paga” e se minorenne mette mano al portafoglio il genitore. Infatti, è stata emanata un ordinanza del sindaco Piero Longo contro il BULLISMO, che prevede multe a carico di quei ragazzi che si rendessero protagonisti di atti di prepotenza, fisica e non, contro le persone e/o le cose, nelle scuole ma anche in tutte le aree pubbliche e nei veicoli pubblici. Sono state preventivamente interpellate le autorità scolastiche e avendone ricevuto parere favorevole l’ordinanza è stata inviata all’autorità prefettizia provinciale, che ha dato l’assenso perché potesse essere operativa. Per cui dal primo giorno di scuola sarà affissa nelle scuole locali di ogni ordine e grado e darà la possibilità alle autorità scolastiche di poter chiamare Agenti di Polizia Giudiziaria (VV.UU., Carabinieri, GdF, CFS) i quali potranno intervenire e comminare sanzioni anche sulla sola base delle testimonianze. Sanzioni che nel caso di minori saranno comminate a chi eserciterà la patria potestà. L’assessore alla Polizia Urbana il dott. Tommaso Donvito assicura, come si è già verificato nel passato, si procederà alla sensibilizzazione e solo dopo si applicherà la campagna repressiva. In ogni caso si prenderà in esame la possibilità di convertire il pagamento della multa con lavoretti tipo la pulizia dei giardini, la verniciatura dei muri imbrattati e cosi via. “Con questo provvedimento –continua Donvito- l’amministrazione del Sindaco Longo si contraddistingue per aver fortemente voluto dare maggiore sicurezza al paese realizzando un punto essenziale del programma elettorale, cioè curare e incentivare l’ordine pubblico”. Sin dal suo insediamento si è tenacemente impegnata in questo, attraverso una serie di iniziative come, i “tavoli di concertazione” con tutte le forze dell’ordine presenti nel nostro paese (Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia stradale e Corpo Forestale dello Stato); con la campagna del “CHI SBAGLIA PAGA“che tanta curiosità ha provocato e non poche discussioni, ma che ha centrato l’obbiettivo passando dalle circa 1700 contravvenzioni elevate nel corso del 2007 alle circa 4500 del 2009; alle due Notti bianche sulla sicurezza stradale, al fine di sensibilizzare il cittadino alla osservanza di un comportamento più sicuro per sé ma soprattutto per gli altri. “Proseguendo su questo percorso delineato dall’assessore Tommaso Donvito –dichiara il sindaco Piero Longo-, si sta per realizzare un impianto di videosorveglianza fortemente da me voluto e condiviso da gran parte del Consiglio comunale, che interesserà, per ora, i principali punti di assembramento (tipo i giardini pubblici) le scuole nonché le strade di uscita dal paese, al fine di intercettare e disincentivare sia la microcriminalità (vandalismo e schiamazzi) che la macrocriminalità. Un altro impegno preso in campagna elettorale e mantenuto per la sicurezza dei cittadini”. Infatti questa amministrazione ha previsto anche un prolungamento dell’orario di servizio fino alle 24 nei mesi estivi con un progetto obiettivo “Estate sicura” che prevedesse la presenza dei VV.UU. fino alle ore 24.00 per i fine settimana di parte di giugno e di luglio e per tutte le sere di agosto. “Tutto questo –conclude l’assessore Tommaso Donvito- per rispondere anche a chi, scrivendo una lettera pubblicata su un giornale locale, ha criticato il Sindaco per il suo impegno per la tutela dell’ordine pubblico, definendo le iniziative della sua amministrazione come “borbonici paternalismi“. Mi chiedo: dove ha vissuto finora questo concittadino e mi piacerebbe sapere se le passate amministrazioni si siano mai contraddistinte per iniziative simili e con migliori risultati”. “Ora –conclude l’assessore Tommaso Donvito- l’ultima parola spetta ai cittadini ai quali chiediamo responsabilmente di collaborare e di denunciare”.

martedì 10 agosto 2010

giovedì 5 agosto 2010

SUI PRINCÌPI NON CI SI ASTIENE

Proponiamo ai lettori il testo dell'intervento pronunciato alla Camera dei Deputati dal ministro della Giustizia, Angelino Alfano, in sede di discussione della mozione di sfiducia al sottosegretario Giacomo Caliendo.

Signor Presidente, onorevoli colleghi, esprimo, innanzitutto, il parere contrario del Governo sulla mozione Franceschini, Donadi ed altri. Esprimo un convinto parere contrario, perché riteniamo che il sottosegretario Caliendo debba continuare a svolgere il lavoro che, con proficuo impegno, ha svolto fino ad oggi. Ciò perché consideriamo il sottosegretario Caliendo un uomo del Governo che mai si è sottratto ai doveri del proprio ufficio e che mai ha agito contrariamente ad essi. Consideriamo infatti che, in questa vicenda, tutto è noto e tutto è stato pubblicato sui giornali, mentre ciò che non è noto, ciò che non è chiaro, è esattamente ciò che, in violazione dei doveri del proprio ufficio, in violazione della legge e in violazione di codici, anche rigorosi, di natura etica, il sottosegretario Caliendo avrebbe fatto.

Sono il ministro della Giustizia e non posso occuparmi del merito di questa indagine, tuttavia ho ascoltato con attenzione quanto ha detto l'onorevole Contento poc'anzi. Credo che, con efficacia, l'onorevole Contento abbia voluto affermare che non c'è niente, che non c'è niente, che non c'è niente, e che financo la «P3» sia probabilmente frutto di una costruzione di taluni pubblici ministeri e di una certa sinistra, che accusa in base a quella costruzione. Ecco perché, onorevole Andrea Orlando (Pd, ndr), ho ascoltato con attenzione il suo intervento e le dico questo: non si può trarre spunto da un'indagine per presentare una mozione di sfiducia e, quando ci si rende conto che tale mozione di sfiducia agganciata a quell'indagine diventa troppo debole, eccepire l'argomento dell'«a prescindere». No. Voi avete presentato questa mozione di sfiducia perché c'era questa indagine, e se oggi dite che volete la sfiducia a prescindere, è perché vi rendete conto che la mozione di sfiducia che avete presentato è stata strumentale e debole, altrimenti insistereste sull'indagine.

Mi permetto di fare anche un'altra considerazione: oggi, in quest'Aula, la discussione che ci vede impegnati non riguarda solamente il destino di un uomo che fa parte del Governo, di un sottosegretario di Stato, no, investe qualcosa di più grande: il rapporto che deve esistere fra le istituzioni liberamente elette, sorrette dalla sovranità popolare, e l'azione libera, autonoma ed indipendente di altri ordini dello Stato. Attiene l'autonomia e la sovranità, sì della magistratura, l'autonomia e l'indipendenza, sì della magistratura, ma attiene l'autonomia e l'indipendenza di un Parlamento libero e sovrano e di un sottosegretario che sta al Governo, e che non ha il diritto di essere condannato in ragione di un'indagine dalla quale voi vorreste prescindere. Non ha la possibilità di essere giudicato da una mozione che vorrebbe farlo decadere per un qualche cosa che viene considerato, da tanti, una fumisteria.

La considerazione che ne nasce per conseguenza è che il principio di legalità deve trovare un suo pieno coniugio con un altro principio, che è quello di non colpevolezza. Inoltre vi è un punto di equilibrio difficile da ricercare, ma che il Parlamento deve cercare: tra l'idea che un cittadino è presunto innocente, e l'idea che le istituzioni, il loro decoro e la loro dignità, vanno comunque salvaguardate. Questo punto di equilibrio non si trova una volta per tutte, ma si trova caso per caso, e in questo specifico caso, probabilmente, state sbagliando, perché state mettendo il Parlamento, e un membro del Governo, sotto accusa perché iscritto nel registro degli indagati, senza considerare la vicenda di merito che vi porterebbe nella direzione opposta, e cioè a rivendicare una sovranità del Parlamento e un'autonomia della politica.

Ecco perché credo che questo voto sia importante, sia per chi proclama ideali riformatori sia per chi richiama, spesso, il diritto alle garanzie. È un voto importante perché la mozione e il voto resteranno nel curriculum: ciascuno si troverà, prima o poi, a fare i conti, nel prosieguo della propria esperienza nelle pubbliche istituzioni, con la mozione oggi presentata e con il voto che sarà espresso. Potremmo fare anche riferimento al passato, ma non lo facciamo. Potremmo fare riferimento ai tanti casi in cui uomini delle istituzioni sono stati iscritti nel registro degli indagati e la loro dimissione non è stata richiesta, ma non lo facciamo. Non lo facciamo perché vogliamo riandare a un principio di fondo. Questo Parlamento, infatti, oggi non vota solo sul sottosegretario Caliendo, ma su un principio: il principio di non colpevolezza, la possibilità di individuare un punto di equilibrio tra il principio di non colpevolezza e il grande principio di legalità, il cui contenuto specifico non lo fa il contenuto di un'inchiesta, ma la Costituzione repubblicana, laddove è scolpito il principio della presunzione di non colpevolezza, e la Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Questa è la legalità, e con questa idea di legalità si può e si deve sposare il principio di non colpevolezza, e la scelta di merito di questo Parlamento.

Rispetto a tutto questo, oggi ciascuno scriverà, con il proprio voto, una pagina della propria esperienza pubblica nelle istituzioni, affermando che un uomo che fa parte di un Governo deve dimettersi perché è stato iscritto nel registro degli indagati. Non girateci attorno. Non potete dire che questo si svolge a prescindere, perché un nesso di causalità logico, e di ordine logico banale, porta a dire che se non ci fosse stata l'inchiesta non ci sarebbe stata la mozione, e siccome la mozione c'è perché c'è stata l'inchiesta, voi non potete sottrarvi a questo punto, che è cruciale. Voi state affermando in quest'Aula - e vi tornerà indietro prima o poi con il tempo - che chi è iscritto nel registro degli indagati deve dimettersi. Noi affermiamo una tesi opposta, ossia che tutti i cittadini italiani, anche coloro i quali sono membri del Governo, sono presunti innocenti. Tuttavia, se il loro comportamento crea disdoro alle istituzioni questi devono andare a casa, anche se non sono condannati, ma nel caso concreto, come ha ben detto l'onorevole Contento, così non è.

Ecco perché stiamo difendendo il sottosegretario Caliendo, perché crediamo anche nel principio delle garanzie, ossia nel garantismo, e crediamo, altresì, che questo garantismo non si applica sempre e comunque, perché non riteniamo che il garantismo equivalga a impunità. Il rispetto delle garanzie e dell'ideale garantista va sempre coniugato con una valutazione concreta del caso per caso che consenta di non rovinare quell'alto e nobile ideale sull'altare di posizioni indifendibili. Ecco perché stiamo difendendo Caliendo.

Pertanto, la conclusione è che difendiamo Caliendo, con lui difendendo un principio che è quello di non colpevolezza, con lui difendendo un valore che è quello della legalità scritta nella Costituzione, consapevoli che oggi alcuni tra i colleghi - e molti lo faranno per disciplina di partito - non voteranno secondo la propria coscienza, ma piegheranno ad un'utilità parlamentare di un giorno e ad un tatticismo parlamentare di un giorno un alto e nobile principio. Noi, invece, sosteniamo che con questi principi si fanno i conti tutti i giorni e che su questi principi non ci si può misurare in modo intermittente, un giorno sì e un giorno no, e che dobbiamo tenere fede a questi principi, su cui non ci si può astenere. Ci si astiene sulle leggi e sui provvedimenti, ma non sui principi. Difendendo questi principi, difendiamo la legalità repubblicana e la nostra Costituzione.